Cresce la violenza sui bambini nei contesti di guerra: il rapporto di Save The Children
È disponibile online il nuovo report di Save The Children dal titolo “Stop the War on Children: Pathways to Peace”, che fotografa lo stato delle gravi violazioni sui minori (uccisioni e mutilazioni, rapimenti, violenza sessuale, reclutamento in forze e gruppi armati, attacchi a scuole e ospedali, negazione dell'accesso umanitario) nei contesti di guerra. I dati mettono i brividi: nel mondo, nel 2023, circa un bambino su 5 (in totale 473 milioni) vive in una zona di conflitto; 31 bambini ogni giorno vengono uccisi o mutilati (11.338 in tutto l’anno, +31% rispetto all’anno precedente); in totale, nel 2023, si registrano 31.721 casi di violenza contro minori in contesti di guerra (86 crimini al giorno in media).
«Il maggior numero di crimini – spiega Save The Children – è stato commesso nei Territori Palestinesi Occupati, dove sono state accertate 8.434 gravi violazioni con un aumento del 170% rispetto all'anno precedente. Seguono la Repubblica Democratica del Congo con 3.805 casi verificati e la Somalia riportando 2.290 casi. Il maggior incremento delle gravi violazioni è stato registrato in Sudan, dove i casi sono quintuplicati dal 2022, passando da 317 a 1.759 casi».
Un nodo fondamentale dell’analisi di Save The Children è quello relativo alla negazione dell’accesso umanitario, considerata a tutti gli effetti una grave violazione sui minori. Nel 2023, «anche gli episodi di negazione dell'accesso umanitario hanno raggiunto un massimo storico con 5.158 incidenti nel 2023, 11 volte più alti rispetto a un decennio fa. I Territori Palestinesi Occupati hanno registrato 3.250 episodi», «il numero più alto mai registrato in un contesto di conflitto».
Secondo Inger Ashing (CEO di Save the Children International) «questo rapporto è devastante e non lascia dubbi: il mondo sta diventando sempre più pericoloso per i bambini. Negli ultimi anni, a livello globale, abbiamo assistito a vari progressi in materia di diritti e protezione dei bambini, ma nei Paesi in guerra la situazione sta drasticamente peggiorando. Assistiamo ad un continuo aumento della spesa militare globale, mentre gli investimenti nella prevenzione dei conflitti sono in calo».
Da ADISTA, 31 ottobre 2024