GUAI A CHI HA LA RISPOSTA A TUTTO
Una leggenda racconta che ad uno studioso viene dato il permesso di sbirciare nel paradiso. Qui vede un’accademia di studio che rimbomba per le discussioni che si accendono tra coppie di studenti alle prese con il testo sacro. 'Sono in paradiso?', chiede il ricercatore. ‘No’, gli viene risposto. 'Il paradiso è in loro’” (L. KUSHNER, Con gli occhi della mente, ECIG, Genova 1998, pag. 44).
I tesori della chiesa non sono le sue sicurezze, ma le Scritture, la speranza del regno e la compagnia di Dio nel cammino di liberazione che generano un po’ di paradiso anche tra le nebbie del nostro pellegrinaggio e squarciano, con un caldo raggio di sole, anche gli inferni più bui di questo mondo.
Se questa chiesa accetta dalla mano buona di Dio i suoi smarrimenti, se prende coscienza di essersi perduta tra i regni e le potenze di questo mondo, i poveri torneranno a sentirla come compagna di viaggio nelle loro gioie e nei loro dolori.
Queste pagine vogliono anche esprimere un grazie sincero a Dio che, anche e proprio attraverso i miei smarrimenti, mi ha offerto la possibilità di rinnovare la mia relazione con Lui, con me stesso, con le altre persone, con il creato. Gli smarrimenti mi hanno fatto toccare con mano la mia fragilità, il mio essere contingente e relativo, i miei peccati, la storicità delle mie e nostre esperienze, la parzialità delle nostre conoscenze. Mi sono sentito compagno di viaggio di chi cammina nelle tenebre e nell'ombra della morte, di chi ha bisogno del perdono e della luce altrui. Mi sono sentito una creatura che non sa e non può camminare senza mani amiche, che cerca perché non possiede.
Sto imparando a guardare la vita e la fede non dalla torre della verità, ma dalla carovana degli appiedati dove, al più, si può trovare qualche sgangherata carrozza per proteggersi dalle intemperie, dai rischi della strada e dalle frecce del potere. La città umana mi è sembrata altra rispetto alla visione precedente. Ho cominciato a guardarmi da chi ha tutte le risposte a problemi e da chi conosce tutta la mappa deli cammino della vita, da chi dà sempre aiuto ma non sa chiederlo.
Quando mai arriverà per questa chiesa "un tempo per perdere" (Qohelet 3,6) qualche sua sicurezza economica, dogmatica, strutturale? Non le sta forse succedendo che "guadagna il mondo intero ma perde l'anima sua" (Matteo 16,26), cioè la dedizione al regno di Dio? Non è forse valido anche per la chiesa gerarchica che "chi vorrà salvare la propria vita la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia la troverà" (Matteo 16,25)?
Forse occorrerà ancora molta strada, molta preghiera, molto coraggio perché la nostra chiesa decida di perdere qualche dogma, qualche monopolio, qualche concordato, qualche privilegio, qualche ossessione, qualche struttura che sembra irrinunciabile, qualche santuario, qualche commercio, qualche trono, qualche baldacchino sacro. Ma io sogno con milioni di donne e di uomini un giorno di grazia per la mia chiesa, il giorno in cui, abbandonata la moda delle plateali e comode confessioni pubbliche di alcuni peccati del passato, grideremo insieme "Signore, salvaci, siamo perduti” (Matteo 8.25). Salvaci.
Franco Barbero, 20 dicembre