NEL SEGNO DI RUT - 16
Canto
G. Ascoltiamo questa preghiera:
Signora grande, intera, completa, la mia anima é un fiocco di neve caduto nel buio che anela alla Tua luce per poter risplendere.
Il mio viso é un vortice d'acqua fangoso che attende la Tua pace per placarsi e riflettere Te e il mondo e me stessa.
Sei troppo grande Tu, Signora, perché del tutto si ignori la tua presenza e infatti Ti ricordano anche lì, lontano, nella rumorosa città in cui trascorro le mie opache giornate.
Ti danno tanti nomi, o Signora, Ti danno tanti volti e tanti gesti:
Tu sei il ballo della giovane ignuda, Tu sei il seno gonfio della madre trionfante, Tu sei la pietà di colei che consola, Tu sei lo struggersi di colei che non dimentica.
Signora dei boschi e dei cervi, Signora delle spiagge e delle nuvole rosa, Signora della roccia e del muschio, accogli di nuovo nel tuo silenzio anche la vita di una donna dal cuore in tumulto.
(Liberamente tratta da "La soglia d'erba” di Elena Fogarolo)
Memoria della cena (Caterina Pavan)
Quella sera si ritrovarono a casa sua e Maria di Magdala offrì loro una cena semplice, come quelle che piacevano a lui. C'erano quasi tutti, donne e uomini che lo avevano accompagnato negli ultimi giomi di predicazione e di resistenza. Sul volto di Pietro, di Marta, della stessa Maria, c’erano ancora i segni vistosi di un pianto che solamente Dio può consolare...Solo sei giorni fa il loro rabbi era stato ucciso sulla croce, coperto di infamia. Ma da allora, ogni sera, loro si ritrovavano a pregare e quella sera erano a casa sua, a casa di quella Maria di Magdala che tanto aveva amato Gesù, le sue parole, i suoi gesti, le sue convinzioni.
Mentre cenavano in silenzio lei si ricordo dell’ultima cena insieme, lì, proprio a casa sua. Gesù, prima di essere catturato, si era raccomandato che non lo dimenticassero e aveva lasciato un segno per questo. Maria allora si alzò, fece un lungo respiro, sollevò gli occhi al soffitto, come se potesse guardarci attraverso e vedere le stelle. Non temeva di rompere il silenzio e di fare arrabbiare le/i commensali, perché sapeva che era una cosa importantissima, quella che stava per fare. Prese del pane e lo benedisse così: “Ricordatevi il nostro maestro, sette giomi fa: ci disse che questo pane era come la sua vita, che lui aveva voluto spezzare e dividere per poter stare accanto alle persone ultime, emarginate. Con il suo gesto ha voluto insegnarci che la vita che ha un senso è la vita condivisa, non quella protetta da scudi e barriere. Ricordiamoci, oggi e negli anni che verranno, questo prezioso insegnamento che Gesù ha saputo rendere concreto nei suoi anni. Solo così, veramente, attraverso un simbolo ed attraverso l’azione, riusciremo a non dimenticarci di lui”.
Non piangeva, Maria di Magdala. Le sembrava che al suo tavolo ci fosse anche lui e questo le dava il coraggio di continuare. Mentre i discepoli e le discepole, col cuore colmo di emozioni, facevano passare tra loro quel pane, spezzandolo e gustandolo come se fosse il dolce della festa, prese la coppa in cui c'era un po' di vino e la sollevò. “Così Gesù ci ha ricordato che la vita va giocata fino in fondo, anche fino allo spargimento del sangue”, disse commossa, “Beviamo da questa coppa e non dimentichiamoci la sua lealtà a Dio, agli ultimi e alle ultime della terra. Ogni volta che ci riuniremo per invocare Yahweh e per benedirlo per il dono di Gesù, noi faremo questi semplici gesti, per non dimenticarci della sua presenza viva fra noi”. Da quella sera non piansero più per la perdita del loro rabbi: tutte le volte che il loro cuore ne aveva bisogno, per farsi forza, si incontravano, e qualcuno o qualcuna di loro ripeteva i gesti insegnati da Gesù stesso. Poi ripartivano con energie nuove, sentendosi un po’ meno sole, un po’ meno soli.
Canto
Segno d'amicizia
G. Il profumo che ognuna di noi donerà all'altra possa far sprigionare la vitalità e la gioia che sono dentro di noi.
La sua fragranza sia per ciascuna di noi segno dell'amicizia che ci lega e della benedizione di Dio.
Vogliamo inoltre fare memoria dell'unzione di Betania, mettendo in evidenza i sentimenti reciproci di amore di Gesù e della donna.
(Donandoci il profumo, ugnuna di noi puó esprimere all'altra il sua affetto).
Canto e Preghiere spontanee
Benedizione finale: Sorella e amica , ti auguro che la festa continui dentro di te, fiduciosa che il "nostro camminare insieme" sia fonte reciproca di gioia e di resurrezione.
a cura di Lina, M. Grazia B., Carla G., Tina G., Doranna L.
(continua)