venerdì 10 gennaio 2025

TRUMP: «I RIBELLI SONO CONTROLLATI DALLA TURCHIA»

«La Siria è in mano ai terroristi»

Assad torna a parlare da Mosca

YOUSSEF HASSAN HOLGADO

ROMA-

 

Bashar al Assad ha interrotto il suo silenzio. Lo ha fatto a meno di dieci giorni dalla caduta del suo regime attraverso una lettera scritta da Mosca e pubblicata sul canale Telegram della presidenza siriana. Nel testo, Assad racconta che «in nessun momento» ha «preso in considerazione l'idea di dimettermi o di cercare rifugio» e che lo ha fatto solo dopo che glielo ha chiesto la Russia.

«Sono rimasto a Damasco, svolgendo i miei compiti, fino alle prime ore di domenica 8 dicembre 2024 mentre le forze terroristiche entravano a Damasco, mi sono trasferito a Latakia in coordinamento con i nostri alleati russi per supervisionare le operazioni di combattimento.

All'arrivo nella base aerea di Hmeimim quella mattina è diventato chiaro che le nostre forze si erano completamente ritirate da tutte le linee di battaglia e che le ultime posizioni dell'esercito erano cadute. Mentre la situazione sul campo nell'area continuava a peggiorare, la stessa base militare russa é finita sotto un intenso attacco da parte di droni. Senza mezzi praticabili per lasciare la base, Mosca ha chiesto al comando della base di organizzare un’evacuazione immediata in Russia la sera di domenica 8 dicembre».

Con il suo messaggio Assad parla ai suoi, per salvare la sua faccia raccontando che non è scappato a gambe levate in Russia dove Vladimir Putin lo ha accolto. E che ha ancora un «profondo senso di appartenenza alla Siria e al suo popolo, un legame che rimane incrollabile… (continua)