Il Brasile persegue riservista israeliano per crimini a Gaza
Vincenzo Bisbiglia
INTANTO in Italia è scontro aperto tra le comunità ebraiche e Papa Francesco. Ieri Bergoglio, durante il consueto Angelus, è tornato a lanciare i suoi appelli contro la guerra: “La comunità internazionale agisca con fermezza perché nei conflitti sia rispettato il diritto umanitario. Basta colpire i civili, basta colpire le scuole, gli ospedali, basta colpire i luoghi di lavoro”, ha detto. Parole che però assumono particolare significato dopo il caso dei giorni scorsi, con il Pontefice che ha attaccato il governo d'Israele, affermando che “non abbiamo problemi con gli ebrei" ma “L’unico problema è con Netanyahu che ignora le leggi internazionali e i diritti umani". Parole pronunciate durante l'incontro con il rettore dell'Università delle Religioni e delle Denominazioni dell'Iran, Abolhassan Navab. L'ennesima sortita di Bergoglio contro il governo israeliano - che ieri ha anche ricevuto l’ambasciatore iraniano presso la Santa Sede - ha acceso le comunità ebraiche italiane, portando i due fronti sull'orlo dell'incidente diplomatico. Fonti del Fatto spiegano che il clima è tesissimo e qualcosa potrebbe accadere il 17 gennaio, in occasione dell’incontro tra l’Assemblea Rabbinica d'Italia e la Cei. “Gli ebrei non hanno problemi con la Chiesa ma con Bergogho, confida un esponente dell’Ucei (Unione delle Comunità Ebraiche italiane) al Fatto, scimmiottando l'uscita di Bergoglio.
Nel frattempo a Doha prosegue il nuovo round di negoziati iniziato venerdì scorso. La novità principale è che ieri è arrivato, tra gli altri, l’inviato della Casa Bianca per il Medio Oriente, Brett MeGurk, scelto da Donald Trump per seguire il dossier ostaggi durante il suo mandato. Un segnale che anche la nuova amministrazione prende sul serio i negoziati in corso.
Il Fatto Quotidiano, lunedì 6 gennaio 2025