giovedì 9 gennaio 2025

 Questa ormai è la normalità italiana e non solo

 

Salvini: “Il fatto non sussiste”. I giudici lo assolvono e Salvini aggiunge: “Rifarei tutto”.

“Il vicepremier rischiava sei anni di carcere, nessuna accusa ha retto. Esultanza della Lega e di Orban.

Meloni: erano accuse infondate” (Giulia Merlo, Domani 21/12).

E le reazioni delle opposizioni: “Migranti, Schlein rilancia: Faremo opposizione dura” (Daniele Preziosi, Domani 21 dicembre ’24).

Stupirsi, no, proprio no. Questa è l'Italia dei politici, delle varie corti, dei giudici, dei difensori e avvocati. Le sentenze dei giudici si accettano, non è detto che si rispettino. Io accetto, ma non ho nessun rispetto. Fra pochi anni, i Salvini, avranno l'aureola del martire e nessuna legge umanitaria sarà da ritenere valida se si tratta di migranti.

Rispetto? La parola va capita. Non faccio il rifiuto della sentenza, ma non permetto di mettere in conto i principi che amo sui diritti dei migranti.

Poi, per me, il primo uomo che stamattina incontro in panetteria, è più eticamente rispettabile dei giudici che hanno assolto Salvini. Il rispetto delle persone e delle istituzioni, non mi solleva dalla responsabilità civile, umana e cristiana della valutazione etica e fatturale.

Sono un cittadino, un teologo, uno che sui fatti ragiona e si documenta e poi si prende la libertà di esprimere le proprie opinioni.

don Franco Barbero, 21 dicembre ‘24