Tempi di fraternità
Nessuna legge religiosa al mattino della creazione
All’inizio Dio creò gli esseri umani come maschio e femmina, come esseri che hanno bisogno l’uno dell’altra per essere interi è per avvertire l’amore che rimane l’unica potenza che mostra un pezzetto di quel mondo come lo intendeva Dio, quando lo creò. È soltanto a partire da quell’esperienza fondamentale della felicità dell’amore che trovano un loro ordine anche le difficoltà dell’amore. Da tutto ciò nasce il rifiuto di Gesù di sistemare le questioni del cuore con l’aiuto delle leggi.
L’amore di suo non ha bisogno di essere protetto poiché è più forte di ogni altra cosa.
Per questo Gesù in quella discussione non cita alcuna legge religiosa, ma richiama con una parola affascinante - in principio - la scena del mattino della creazione.
Con un Maestro affascinante come Gesù si può fare di tutto tranne ché compilare un codice civile o canonico. E tuttavia Gesù non è affatto un rivoluzionario o un anarchico. È un Maestro della libertà che sta totalmente dalla parte dell’amore e sa che il mattino della creazione sarebbe ancora oggi se uomini e donne si trattassero con amore. L'amore non ha bisogno di leggi e di essere protetto da codici civili e religiosi.
Ma come ricondurre le creature al paradiso dell'amore com’era in principio? Non c'è legislazione al mondo che possa sostituire questo, che è il compito determinante dell’autentica ‘cura delle anime’.
Questa prospettiva del pensiero di Gesù ha una corrispondenza con una frase del fondatore del Taoismo, Lao Tse, nel libro Tao te King scritto oltre duemila anni fa. «Se si abbandona la Via, allora si fa valere la Virtù. Se si abbandona la Virtù, allora si fa valere l’Umanità. Se si abbandona l’Umanità, allora si fa valere la Giustizia.
Se si abbandona la Giustizia, allora si fa valere la condotta rituale, cioè le leggi morali. Infatti la condotta rituale è il sottile guscio della fedeltà e della buona fede, è l’inizio del disordine».
Tempi di Fraternità, gennaio 2025