lunedì 20 gennaio 2025

A VENEZIA “AMAREZZA" PER UN CONVEGNO DELL'ONG DEI DIRITTI UMANI CHE PARLA DI “GENOCIDIO” A GAZA

La comunità ebraica attacca Amnesty

Giuseppe Pietrobelli


La storia e il diritto internazionale? Il genocidio nazifascista della Shoah contro gli ebrei e quello compiuto da Israele nei territori della Striscia di Gaza? Il rapporto di Amnesty International, che denuncia i misfatti di guerra in Palestina, suscita la reazione indignata della Comunità Ebraica di Venezia. Il 9 gennaio è annunciato all'Ateneo Veneto un dibattito dal titolo “Ti senti come se fossi subumano”, per illustrare le conclusioni della ricerca dell'organizzazione per i diritti umani. Tina Marinari esporrà testimonianze raccolte a Gaza, Vito "Todeschini, consulente legale di Amnesty, illustrerà la definizione di genocidio ritenendolo giuridicamente calzante con gli atti di Israele.

Il presidente della comunità ebraica, Dario Calimani, non ha gradito. Ha scritto ad Antonella Magaraggia, ex presidente del Tribunale di Verona, che presiede il prestigioso ente culturale, manifestando “amarezza e sorpresa”. “Si poteva riflettere meglio sull’opportunità di dare ospitalità a posizioni da sempre preconcette e preconfezionate, come quelle di Amnesty. Su quanto sta accadendo in Israele e a Gaza si possono avere le idee più disparate e opposte, altro è fare propaganda demagogica di tipo terzomondista con un linguaggio che è quello della tifoseria, senza preoccuparsi di proporre uno sguardo storico complessivo a una tragedia che coinvolge tutti gli attori sulla scena”.

Un atto di accusa per la supposta parzialità di Ammnesty. “Non è che le parole razionali e di saggezza equidistante non tengano conto dei morti civili e dei bambini che soccombono. La tragedia è generale, ma non è con la diffusione delle facili condanne unilaterali che si risolve una questione settantennale, in cui tutti, in altri inomenti di grande criticità, hanno mantenuto un solenne silenzio e un distacco assai vicino all'indifferenza".Calimani rinfaccia ad Amnesty di “non aver levato la sua voce in una manifestazione simile anche dopa gli stupri, le mutilazioni e il massacro del 7 ottobre".

L'ATENEO VENETO spiega di aver semplicemente dato in uso la sala, mentre Riccardo Noury, portavoce Amnesty in Italia replica: “Siamo dispiaciuti e capiamo che una comunità che ha subito un genocidio abbia come punto di riferimento la storia, con ciò che è stato fatto ai suoi danni. Sappiamo che la Shoah non ha uguali, ma noi non guardiamo alle violazioni del diritto internazionale, non alla storia”. Cita la Convenzione per la prevenzione e la repressione del crimine di genocidio del 1948, sottoscritta perché la Shoah non si ripetesse più. “E invece si sono ripetuti, in Cambogia negli anni Settanta, in Ruanda nel 1994, in Bosnia nel 1995 e nello Stato Islamico dell’Iraq contro gli Yazidi nel 2014”.

Il Sudafrica ha intentato una causa di genocidio alla Corte internazionale di giustizia, la Camera preliminare della corte Penale internazionale di giustizia ha avviato un'indagine con l'emissione di un mandato di arresto nei confronti di Netanyahu. Calimani però invita a distinguere “fra Israele e gli ebrei del mondo”. Noury replica che proprio ai misfatti di Israele guarda Ammesty. “Ha compiuto tre dei cinque atti che configurano il genocidio: l'uccisione di un gruppo protetto (più di 40 mila persone), l’aver causato gravi danni fisici e mentali a quel gruppo, aver imposto condizioni di vita tali da portare alla distruzione della popolazione palestinese”.

Il Fatto Quotidiano, 4 gennaio 2025