LE PAROLE PER DIRLO
HO RISCOPERTO L'OCEANO
di Derio Olivero
Vescovo di Pinerolo
Oggi ho incontrato Paola Favero. Una donna appassionata di alpinismo, giornalista, forestale. Il suo libro ("Perdere l'equilibrio") è davvero interessante. Avevo iniziato a leggerlo perché parlava di montagna e di boschi.
Ed effettivamente ho imparato molto su questi argomenti, a me cari. Soprattutto sui pericoli che stanno vivendo: ghiacciai che si sciolgono, venti e incendi che distruggono i boschi, siccità e bombe d'acqua, frane, scioglimento del permafrost, insetti che uccidono gli alberi...
La situazione dei boschi e delle montagne è grave. Stanno perdendo il loro equilibrio. Ma in tutta questa lettura sono stato particolarmente colpito dai capitoli sugli oceani. L'oceano, per me, è "cosa lontana".
Già, il mare mi è lontano. Ci sono stato, ho passato qualche giornata di vacanza (poche) e qualche giornata d'inverno sull'isola di Lérins. Ho fatto pochi tragitti in barca: Sardegna, Grecia, qualche isola. Il mare l'ho "incontrato", ne ho fatto esperienza, ma è rimasto distante dai miei interessi e dalle mie passioni. Molto di più mi è distante l'oceano.
Una sola volta ho "toccato" l'acqua dell'Oceano Atlantico, a Cadice. Non ho mai solcato l'Atlantico, né il Pacifico, né l'Oceano Indiano. Sono sempre stati luoghi lontanissimi. Non rientrano nei miei pensieri né fanno parte delle mie passioni. Sono una parte di mondo estranea.
Quando dico "natura" penso alle montagne, agli alberi, ai fiumi, ai laghi, agli orti, ai fiori, alla neve, alla campagna. Nella mente non compaiono gli oceani. Ho vissuto la mia vita "come se gli oceani non esistessero". La lettura del libro della Favero mi ha aperto gli occhi su questo ambiente. Enorme, paziente, prezioso. Accoglie milioni di tonnellate di "spazzatura" e continua a restituirci ossigeno, acqua, pesci. Lavora per farci vivere. Sopporta e lavora. Noi lo schiaffeggiamo e lui ci sorride. Noi lo sporchiamo e lui ci fa vivere.
Mi ha colpito un fatto: "Ogni due respiri, uno avviene grazie all'oceano". Incredibile. Lui ci regala il cinquanta per cento
dell'ossigeno. In genere noi siamo grati agli alberi (giustamente): ci regalano quotidianamente ossigeno.
Ebbene, l'altra metà arriva dagli oceani. Durante il Covid ho provato quanto sia prezioso il respiro. Più che prezioso: vitale. Indispensabile. Mi rendo conto che ogni respiro è un regalo. Ora scopro che dietro questo regalo ci sta l'oceano.
Dietro il respiro di questo momento ci sta anche l'oceano. Ora lo vedo come un "paziente signore" che lavora notte e giorno per offrire pacchetti" pieni di ossigeno ai miei polmoni.
Dietro ogni respiro ci stanno due amici, lavoratori instancabili: il bosco e l'oceano. E noi continuiamo a trattarli male. Il danno che facciamo alla terra "è niente se paragonato a quello che sta accadendo nei mari e negli oceani che, grazie alla loro maggior capacità di assorbire i cambiamenti, nascondono meglio il problema" (p. 151).
Mi rendo conto di essere stato per troppo tempo "lontano" dall'oceano. Non l'ho conosciuto né apprezzato. Forse tutti viviamo "troppo lontani" dalla terra. Così non la conosciamo e non l'apprezziamo. E non la custodiamo. Apriamo gli occhi e prendiamoci cura di questo pianeta!
Da L’Eco del Chisone, 12 febbraio 2025