mercoledì 5 marzo 2025

La Cisgiordania è sotto attacco

Haaretz, Israele

 

Mentre gli occhi del mondo sono rivolti alla Striscia di Gaza, prosegue la “gazificazione” della Cisgiordania. Da settimane ci sono sgomberi di residenti, stravolgimenti delle regole d’ingaggio e demolizioni di case e infrastrutture. Secondo l’Autorità nazionale palestinese, circa trentamila persone hanno già lasciato i campi profughi nella Cisgiordania del nord dopo gli attacchi dell'esercito israeliano. Secondo Tel Aviv non c'è un piano per allontanare la popolazione palestinese, ma le testimonianze raccolte a Jenin e Tulkarem indicano che le azioni dell’esercito israeliano hanno causato la partenza in massa dei residenti. Anche in assenza di un piano ufficiale e organizzato, le persone vanno via “volontariamente” a causa dei coprifuochi, delle aggressioni, della presenza dei cecchini, della distruzione generalizzata e delle interruzioni di elettricità e acqua corrente. A questo bisogna aggiungere l'allentamento delle regole d’ingaggio in Cisgiordania, che ora consentono ai soldati israeliani di sparare per uccidere chiunque “interferisce sul terreno”. Secondo l’esercito l’obiettivo è combattere i gruppi armati nei campi profughi, ma per molti palestinesi è un tentativodi distruggere i luoghi in cui vivono. L'operazione è cominciata a causa della pressione dei coloni nel 2024, gli stessi coloni che vogliono trasformare la Cisgiordania in un nuovo fronte della guerra.

Sermbra che Israele consideri la guerra a Gaza come un'occasione per cambiare la situazione in Cisgiordania, distruggere le infrastrutture, cacciare la popolazione palestinese e imporre una presenza militare permanente. Gli abusi verso i palestinesi non risolveranno i problemi di sicurezza di Israele, ma alimenteranno la violenza distruggendo ogni possibilità di una soluzione basata su due stati. As

Internazionale, 21 febbraio 2025