martedì 4 marzo 2025

Dio ci aiuta ad invecchiare con fiducia: PERSEVERARE

 

Rallegrati pure, o giovane, durante la tua adolescenza, e gioisca pure il tuo cuore durante i giorni della tua giovinezza; cammina pure nelle vie dove ti conduce il cuore e seguendo gli sguardi dei tuoi occhi; ma sappi che, per tutte queste cose, Dia ti chiamerà in giudizio!

Bandisci dal tuo cuore la tristezza, e allontana dalla tua carne la sofferenza; poiché la giovinezza e l’aurora sono vanità. Ma ricordati del tuo Creatore nei giorni della tua giovinezza, prima che vengano i cattivi giorni e giungano gli anni dei quali dirai: «Io non ci ho più alcun piacere»: prima che il sole, la luce, la luna e le stelle si oscurino, e le nuvole tornino dopo la pioggia: prima dell'età in cui i guardiani della casa tremano, gli uomini forti si curvano, le macinatrici si fermano perché sono ridotte a poche, quelli che guardano dalle finestre si oscurano (Qohelet 12, 1-5).

Qohelet, con questo brano, vuole metterci davanti a una realtà che non sempre è facile da accettare, ma io credo  che ogni stagione della vita sia importante: diciamo che questa, forse, può essere molto impegnativa.

Quando si è giovanissimi è forse l’incoscienza a guidarci, tutto ci appare sotto una luce accecante, difficilmente badiamo alle piccole cose, al tempo, anzi non vediamo l'ora che gli anni passino; chissà cosa pensiamo di incontrare lungo il cammino, facciamo le nostre esperienze e diamo quasi tutto per scontato. Ad un certo punto dobbiamo iniziare davvero a fare i conti con quello che Qohelet ci dice in questo brano.

Io credo che, per quanto mi riguarda, davvero Dio mi sia stato vicino sempre. Non avendo avuto un’infanzia con una educazione ad una fede matura, ho cercato di  vivere nella umanità e questo per me era già cristiano; non basia un sì iniziale: il sì va coltivato e realizzato ogni giorno.

La parabola è un ammonimento a non vivere il nostro rapporto con Dio dandolo per scontato, ma cercando di perseverare, di decidere e di rispondere all’invito.

Qui c’è certamente la eco, anzi il ricordo di una esperienza amara: alcuni erano partiti con entusiasmo alla sequela di Gesù e poi, come scrive il Vangelo di Luca, si “voltarono indietro”.

Per finire voglio dire che non serve che ci disperiamo e ci piangiamo addosso per i no del passato: ho la possibilità di ascoltare oggi l'invito e di ripartire ogni giorno con cuore libero.

E non serve neppure che noi riposiamo sonni tranquilli tra due guanciali, solo perché nella nostra vita abbiamo fatto qualcosa di buono e abbiamo detto qualche sì.

Dio Ti ringrazio per tutte le volte che mi chiami e con pazienza attendìi il mio sì.

Fiorentina Charrier