sabato 29 marzo 2025

Gesù cerca il cuore (Matteo cap. 13)

 

Una particolarità delle parabole che troviamo nei Vangeli è che, per la maggior parte, sono tratte dalla vita quotidiana.

Quasiì tutte girano intorno a tre attività basilari:

1) Piantare e raccogliere, nelle quali emerge la realtà della campagna e del lavoro;

2) Abitare e mangiare, dove s’intravede la realtà della casa e della convivenza quotidiana;

3) Lo sposarsi e far festa: la realtà affettiva;

Il capitolo 13 di Matteo è una ricca antologia di parabole usale da Gesù per parlare del Regno di Dio.

Gesù era un maestro anche nel cogliere ogni spunto offerto dalla natura e dalla vita quotidiana per parlare in modo semplice di ciò che gli stava a cuore.

Marco le ha raccolte in un unico capitolo per esigenze pastorali. Non è un momento facile. La comunità sì trova a fare i conti con svogliatezza, sfiducia, superficialità, a volte ostilità. La stessa ostilità incontrata da Gesù stesso e che lo porta, anche con delle metafore, a spiegarne quale sia la causa. Anche per noi oggi in cui la comunicazione è incentrata sull’immagine, il linguaggio delle parabole risulta molto attuale e importante.

Gesù parlò in parabole perché, come ogni poeta, amava il linguaggio delle metafore e delle similitudini, ma anche perché questo gli permetteva di insegnare meglio, arrivando al cuore della gente. Infatti, come parlare del Regno di Dio senza essere approssimativi e simbolici? E' esagerato pensare che le nostre chiese dovrebbero riscoprire questo tipo di linguaggio cercando di tradurre in immagini e metafore comprensibili alla gente del nostro tempo il significato del Regno?

Un altro aspetto che mi fa riflettere è la citazione del v. 14 e seguenti: ascolterete e non capirete, guarderete e non vedrete. Può sembrare assurdo, ma non sempre le orecchie riescono ad ascoltare e gli occhi a vedere. Gesù, utilizzando le parole di Isaia, ce lo fa capire.

Se non si prova ad ascoltare e vedere con il cuore, si riesce a capire ben poco e comunque il rischio è che ci sfuggano le cose che più contano. Guardare ed ascoltare con gli occhi e le orecchie del cuore fa sì che si vada oltre l’immediato. Ecco perché molte parabole ci parlano di un processo lento, nascosto, silenzioso.

Il regno dell’amore non irrompe nel mondo come un fulmine o come una valanga inarrestabile che tutto travolge e subordina a sé. Ci vuole del tempo, così alla fine si riuscirà a capire meglio.

I contadini con la zizzania, pur con lodevoli intenzioni, vengono invitati dal padrone ad attendere; il risultato sarà più sicuro e soddisfacente.

Domenico Ghirardotti, Viottoli 2004