Un adorante abbraccio del mistero
Quando l’esistenza si avvia al porto definitivo, si fa più intensa la concentrazione sull’essenziale della propria vita e della propria fede.
Se guardo il lungo viaggio dei miei giorni e le impreviste direzioni delle mie esperienze e delle mie ricerche teologiche, non mi bastano le parole per esprimere la gratitudine che devo a Dio, alle persone con cui ho camminato, ai maestri incontrati, ai tempi diversi e stimolanti che ho attraversato. Su tutto prevale il senso profondo del mistero del Dio vivente che mi ha affascinato, inguietato, accolto, perdonato, abbracciato.
Le Scritture hanno accompagnato i miei giorni, agni giorno, come un pozzo d'acqua viva al quale ho cercato di attingere con le persone delle più svariate periferie umane ed ecclesiali.
Ho inteso il mio ministero soprattutto come l’annuncio di un Dio che abbraccia tutte le Sue creature, che percorre tutte le arterie della creazione è non conosce limiti al Suo amore.
Come scriveva D. Bonhoeffer: “Oggi non riesco più a pensare Dio senza il mondo e il mondo senza Dio”.
Le nostre ricerche, i nostri necessari itinerari di indagine biblica, teologica e linguistica non sono che approssimazioni, balbettii...
Sento che, credenti e non credenti, esistiamo nell’abbraccio di quel mistero amoroso che chiamiamo Dio.
La nostra risposta al Suo amore è il tentativo di abbracciarlo, senza mai possederlo o rinchiuderlo nello spazio del nostro abbraccio. In questo senso intendo l’aggettivo “impossibile” per contrastare la tentazione di imprigionare Dio in una nostra tradizione, cultura, religione o linguaggio.
La dogmatica cristiana ha spento l’abbraccio perché ha preteso di fotagrafare là realtà di Dio dentro definizioni storiche immodificabili.
È necessaria una svolta: “Nella fede cristiana non vi è una pluralità di misteri, ma soltanto uno. Non è proposizionale, non risiede nelle affermazioni dottrinali, ma nella realtà dell’essenza divina in quanto amore che si dona.
Questo unico mistero santo è il Dio ineffabile che desidera rivelarsi al mondo e lo fa nella persona storicamente reale di Gesù Cristo...
Allo stesso tempo, questo concetto di mistero santo supera anche l'idea limitativa di Dio come divinità del solo gruppo cristiano, affermando l’universalità della presenza misericordiosa di Dio per ciascuno e per tutti gli esseri umani” (Elizabeth Johnson, Alla ricerca del Dio vivente, Campo dei fiori, 2012).
Se tutte le religioni sono sentieri che portano all’unico giardino della vita che è Dio, ogni tradizione deve smantellare, disarmare le proprie esclusività, deve smantellare il castello perché la stagione ecumenica possa promuovere le differenze senza compromettere né le singole identità né l’adorazione dell’unico mistero,
Penso che questo sia il grande contributo che le religioni possono apportare alla pace del mondo e insieme alla rinascita di un nuovo umanesimo.
Oggi le nostre tradizioni religiose, anche alla luce degli apporti delle scienze umane, ci aiutano a vedere in modo più ampio l’abbraccio del Dio vivente che raggiunge tutte le Sue creature.
Oggi ci è impossibile separare la realtà “realissima” di Dio senza sentirci parte di quel creato che vive della Sua Vita e senza accogliere la nostra vocazione di custodi del creato. Adorare Dio e prenderci cura della Sua creazione costituiscono una delle più profonde e feconde acquisizioni delle nostre esperienze di fede.
La mistica cristiana, quella che Metz definisce “degli occhi aperti”, esige una comunione profonida tra tutte le creature. Si tratta di un sentiero pieno di responsabilità nel quale un nuovo umanesimo può far fiorire una primavera di piccoli cammini di riconciliazione, di solidarietà e di pace.
Ma oggi le chiese cristiane sono davvero consapevoli di dover mettere al centro di tutta la predicazione e di tutta la catechesi il fatto che Dio non esclude nessuno dal Suo abbraccio? Il salmista ci direbbe: “Guardate e gustate come è buono il Signore”. Mi sembra che l’annuncio cristiano debba farsi grido, alleluia, canzone, poesia per fare risuonare ovunrnque questo innamoramento di Dio per la Sua creazione.
Si apre nella storia una nuova stagione, piena di rischi, ma anche ricca di opportunità. Se prevalgono le nostalgie, il nostro sguardo non intravede i segnali che Dio ci dona per guardare insieme verso il futuro e per farne una impresa ecologica ed ecumenica, come molte teologie della liberazione, femministe e pluraliste ci sollecitano.
“Ma Dio è sempre più in là di ogni amore, di ogni bellezza, di ogni gioia, sempre inarrivabile, innominabile, indecifrabile, sempre più in là dell’idea che mi faccio di Dio..." (Maria López Vigil, in Oltre le religioni, pag. 126).
“Io oggi - scerive Spong - vivo nella convinzione che non sono separato da questo Dio. L'alterità mi viene incontro. La trascendenza mi chiama. Dio mi abbraccia” (Op. cit. pag. 25).
Cercatori, itineranti. Pellegrini… si tratta di un. cammino di conversione che coinvolge tutte le tradizioni religiose. Personalmente mi sento molto bisognoso di questa conversione.
Franco Barbero, 2017