Trump contro gli alleati
El Paìs, Spagna
Il vertice tra Stati Uniti e Russia del 18 febbraio in Arabia Saudita è il simbolo della frattura interna alla coalizione di paesi democratici che negli ultimi tre anni ha sostenuto l'Ucraina davanti all’invasione russa. Il vertice di Riyadh sottolinea l'allontanamento di Trump dalla politica di Joe Biden basata sull'isolamento di Mosca, su un forte sostegno a Kiev e su un coordinamento stretto con l'Unione europea e gli altri alleati. È presto per speculare sulle ricadute della scelta, ma i primi segnali bastano a prevedere un cambiamento dannoso e pieno di rischi. L’euforia con cui è stata accolta in Russia e l'indignazione suscitata nelle capitali europee (e a Kiev) ne sono un chiaro indizio.
La riunione saudita - perfino la scelta del paese per il vertice è stata pessima - è il risultato della telefonata tra Donald Trump e Vladimir Putin di qualche giorno prima, fatta senza consultare né gli alleati europei né l’Ucraina. Alla conferenza sulla sicurezza di Monaco l'inviato di Trump per l'Ucraina ha ribadito che al tavolo dei negoziati non c'è posto per gli europei. A Riyadh il segretario di stato statunitense Marco Rubio ha pronunciato alcune parole che in apparenza hanno calmato le acque ma che in realtà confermano la tempesta, precisando che l’Europa avrà un ruolo nella trattativa, dato che ha imposto sanzioni alla Russia. È un atteggiamento inaccettabile: secondo gli Stati Uniti, a quanto pare, se gli europei saranno coinvolti non è perché un accordo con la Russia riguarda la loro sicurezza, ma perché a un certo punto serviranno al disgelo voluto da Trump. Questo atteggiamento è tra le cause della spaccatura transatlantica aperta dall’iniziativa di Washington. Il dialogo tra la Russia e gli Stati Uniti è partito sotto altri pessimi segnali. Abbonda infatti l'improvvisazione diplomatica. Le dichiarazioni del segretario alla difesa statunitense, che ha dato per scontate le concessioni a Mosca prima ancora di cominciare a discutere, ne sono la prova. L'amministrazione Trump non sembra avere né la volontà né la capacità di agire come una forza rassicurante. Rubio ha detto anche che gli Stati Uniti sono disposti a esplorare la possibilità di un nuovo rapporto con la Russia una volta finito il confiitto.
Questa preoccupante apertura, insieme agli attacchi all’Unione, dovrebbe spingere gli europei a reagire con fermezza. Se Trump è diventato un problema per l’Europa, la soluzione deve passare per una maggiore integrazione dell’Unione europea. as