lunedì 28 aprile 2025

Le ragioni di una guerra infinita


Jean-Pierre Filiu
Perché la Palestina è perduta ma Israele non ha vinto
Einaudi, 428 pagine, 32 euro

Mentre continua il massacro a Gaza e si assiste con poca speranza alla ripresa di trattative internazionali, ci si chiede perché non si riesca a uscire dal conflitto israelo-palestinese. Una risposta solida e articolata la dà lo storico e diplomatico francese Jean-Pierre Filiu. Secondo lui, nel combattere i palestinesi, Israele ha sempre avuto tre punti forti: la solidarietà, che gli è stata manifestata da prima della nascita dello stato ebraico, di una parte importante del mondo cristiano, ossia gli evangelici sionisti; il peso politico dei movimenti e dei partiti favorevoli all'occupazione sostenuto da una legge elettorale (Sistema proporzionale puro a circoscrizione unica) che agevola le coalizioni; e la "politica del fatto compiuto" che consiste nel giustificare a posteriori le azioni dirompenti. Specularmente, i palestinesi hanno sempre avuto tre punti deboli: la sostanziale mancanza di solidarietà del mondo arabo, nonostante le apparenze; la divisione in fazioni interne che ha preso forme diverse senza mai scomparire; e il "doppio standard", ossia la difficoltà dell'opinione pubblica internazionale di ammettere che Israele compie crimini di guerra. Tutti e sei questi elementi hanno acquisito un'importanza ancora più forte dopo il 7 ottobre 2023 e, come è sempre avvenuto, la loro compresenza non potrà apportare né pace né sicurezza per nessuno.

Giuliano Milani - Internazionale, 18 aprile 2025