domenica 27 aprile 2025

Questo è il canone per la celebrazione di oggi, preparato da Walter Primo. La celebrazione inizierà alle ore 10:00.  Ci si potrà collegare già a partire dalle 9:45.

La celebrazione di domani sarà più breve del solito e sarà seguita (all'incirca alle 10:45) dall'assemblea della Comunità.

Il link per collegarsi è:
meet.google.com/ehv-oyaj-iue
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PER FAR NASCERE UNA ROSA


P. Eccoci: è un dono trovarci, stare insieme sotto lo sguardo di Dio. Non è un precetto, non è un’abitudine che ci riunisce qui. Vogliamo insieme benedire Dio e cercare i sentieri della Sua volontà. L. Ho detto all’angelo che presiedeva la porta dell’anno: "Dammi, ti prego, una lampada affinché con passo sicuro possa andare incontro all’ignoto". Ma l’angelo mi ha risposto: "Va’ pure nell’oscurità e metti la tua mano nella mano di Dio. Questo è meglio di una lampada e più sicuro di una via conosciuta". (AA.VV., Spalanca la finestra, Torre Pellice 2002)

L. Figlio mio, figlia mia, non fuggire mai da questo mondo con tutte le sue assurdità e le sue sofferenze. Fuori non troverai che illusione, lo specchio dei tuoi e altrui egoismi. Pianta degli alberi, abbraccia con amore, piangi, sorridi e canta... e non dimenticarti di innaffiare i fiori perché ci sia più profumo nel mondo.

G. Ora ascoltiamo la lettura biblica. Ci aiuti il Dio di Gesù a cogliere la Sua parola tra le parole umane della Bibbia.

Giobbe 19,1-9
1Giobbe allora rispose:
2Fino a quando mi tormenterete
e mi opprimerete con le vostre parole?
3Son dieci volte che mi insultate
e mi maltrattate senza pudore.
4È poi vero che io abbia mancato
e che persista nel mio errore?
5Non è forse vero che credete di vincere contro di me,
rinfacciandomi la mia abiezione?
6Sappiate dunque che Dio mi ha piegato
e mi ha avviluppato nella sua rete.
7Ecco, grido contro la violenza, ma non ho risposta,
chiedo aiuto, ma non c'è giustizia!
8Mi ha sbarrato la strada perché non passi
e sul mio sentiero ha disteso le tenebre.
9Mi ha spogliato della mia gloria
e mi ha tolto dal capo la corona.

Luca 24,13-21
13Ed ecco, in quello stesso giorno due di loro erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, 14e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto. 15Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. 16Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo. 17Ed egli disse loro: «Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?». Si fermarono, col volto triste; 18uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: «Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?». 19Domandò loro: «Che cosa?». Gli risposero: «Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; 20come i capi dei sacerdoti e le nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso. 21Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute.


PREDICAZIONE (di Walter Primo)
In questo brano Giobbe, immotivatamente, si ritrova a percorrere le vie dell’abbandono, della lontananza da Dio, come se la benevolenza precedente di Dio si fosse improvvisamente convertita nel contrario. Nonostante questo momento di prova Giobbe si chiede perché questo succeda ma non giunge a maledire Dio.

Collegando questa lettura al passo evangelico noto come “I discepoli di Emmaus”, sul quale abbiamo recentemente riflettuto, trovo che in entrambe queste narrazioni siamo chiamati a fare i conti con l’apparente insensatezza della fede.

Dio è lontano, se esiste non protegge… ma allora dove è il senso della Fede?
Questi sono gli interrogativi che si pone Giobbe e che si pongono anche i discepoli di Emmaus. Il senso della fede non esiste, bisogna credere per niente… Bisogna credere sulla base dell’esclusiva fede.

Ritorniamo ad una categoria che talvolta ci appare desueta, fuori dal vivere frenetico della modernità…
Eppure il fondamento datoci da Gesù e dalle letture sapienziali è proprio questo:
credere per niente permette di scoprire episodi di resurrezione.
Permette di fuggire dalla melanconia, dal disimpegno e dalla tristezza.

Per saper percorrere questa via dobbiamo saper leggere oculatamente la Bibbia, la narrazione offerta da testimoni impegnati della vita moderna.

Dobbiamo saper illuminare la contingenza del nostro viver odierno con una lettura assidua delle testimonianze nel Dio di Gesù Cristo.


LIBERI INTERVENTI


T. Dio del cielo e di tutte le terre, aiutaci a camminare nel vento della vita con la spensieratezza del passero che fa il nido, senza pensare che giungerà l’autunno.

1. Prima che i nostri occhi Ti cercassero, Tu sei venuto verso di noi in mille modi. Prima che le nostre labbra Ti invocassero, Tu hai deposto nei nostri cuori la Tua parola.

2. Apri ogni giorno il nostro cuore a questo mistero di amore che ci avvolge. Tu ci hai amato per primo e ci doni anche oggi la forza d’amare.

1. Tu semini nel cuore della nostra vita la speranza di una creazione liberata da ogni violenza e da ogni discriminazione.

2. Sei il Dio che danza le nostre gioie, che cammina con noi nei nostri “viaggi” della vita. Donaci il latte nutriente della Tua parola.

G. Gesù era a tavola con i suoi amici e le sue amiche. Egli era ben con- sapevole della congiura che si stava organizzando contro di lui e il suo cuore faceva i conti con la paura. Voleva lasciare ai suoi amici e alle sue amiche, in quella sera e in quella cena di intimità, qualcosa di più di un ricordo, di un segno.

T. Sulla mensa c’erano pane e vino. Gesù alzò gli occhi al cielo come spesso faceva nei giorni della sua vita e, dopo aver benedetto il nome santo di Dio, prese il pane, lo spezzò, lo divise dicendo: “Prendete e mangiate. Questo pane condiviso sia per voi il segno della mia vita. Quando farete questo, lo farete in memoria di me, di ciò che ho fatto e detto”. Poi prese la coppa del vino e disse: “Questo calice sia per voi il segno di un’amicizia che Dio conti- nuamente rinnova con tutta l’umanità, con tutto il creato”.

1. Mantieni vivo in noi, nel più profondo di noi, il Tuo insegnamento per un mondo di giustizia. Possa il ricordo di Gesù scaldare i nostri cuori e sospingerci nella conoscenza di tutti e tutte coloro che cercano giustizia, tenerezza e pace.

2. Sussurra al nostro orecchio parole nuove, Tu che sei il Dio sempre sorgivo di vita! Soprattutto falle penetrare nel nostro cuore di pietra, perché fioriscano le scelte e le opere di Gesù anche nella nostra esistenza di tutti i giorni.


P. INVITO ALLA COMUNIONE


PREGHIERA SPONTANEA


G. Fratello, sorella: vigiliamo perché non succeda anche a noi quello che avvenne a Nabal: “Il cuore gli morì dentro e divenne di pietra”.


P. SALUTO FINALE

(il canone è tratto dalle pp. 13, 14 e 15 del libro “Preghiere eucaristiche, vol.2°” della comunità cristiana di base di Pinerolo)
Pinerolo, 27 aprile 2025