giovedì 26 giugno 2025

 I dazi di Trump rafforzano la Cina, la nuova sfida per Usa ed Europa


di Giovanna Mancini

 

Se il presidente del Stati Uniti Donald Trump pensava di indebolire la Cina imponendo dazi elevati sui suoi manufatti, ha decisamente fatto male i suoi calcoli. Le politiche commerciali americane, unite alle mire degli Usa su Taiwan, stanno avendo l’effetto opposto di rafforzare il governo del Paese, proprio in una fase in cui molte sfide irrisolte sul fronte interno rischiano di indebolirlo.

Di fronte al “nemico” esterno, infatti, i cinesi si sono ricompattati attorno ai propri governanti, come spesso è accaduto nella loro storia, ha spiegato Giada Messetti, sinologa, intervenendo al convegno «L’ora della verità: la Cina», introdotto da Paolo Magri, presidente del comitato scientifico di Ispi. «Le sfide sul fronte interno sono soprattutto economiche - ha precisato Messetti -. Negli ultimi 45 anni questo Paese è stato attraversato da cambiamenti epocali e ora stanno venendo al pettine i nodi irrisolti di questa corsa sfrenata». A cominciare dall’invecchiamento della popolazione e dalla disoccupazione dei giovani, che davanti a loro hanno prospettive meno rosse di quelle dei loro genitori. «C’è anche una nuova consapevolezza femminile, che ha portato a una diminuzione dei matrimoni e a un ulteriore calo delle nascite che aggrava la situazione creata da decenni di politiche di controllo demografico», ha aggiunto la sinologa. Inoltre, perdura la crisi del settore immobiliare, che era stato motore della crescita nei passati decenni, così come la frenata dei consumi.

Anche secondo Alberto Forchielli, partner fondatore di Mindful Capital Partners, al proprio interno la Cina deve affrontare soprattutto problemi di natura economica, da cui derivano poi quelli di natura sociale. «I cittadini non consumano, il costo delle case scende velocemente e la disoccupazione giovanile aumenta - ha detto -. Ma il governo sembra incapace di rilasciare le misure necessarie per incentivare i consumi. E non il governo di Xi: sono 30 anni che la Cina non fa politiche in questa direzione, nonostante le raccomandazioni che arrivano da più parti, forse anche per motivi politici, per non dare ai propri cittadini un welfare di tipo occidentale».

Il punto, secondo Michele Geraci, ex sottosegretario di Stato al ministero dello Sviluppo economico, è che il governo ha moltissime leve, economiche e politiche, per risolvere le sfide interne, compresa la riforma del welfare, ma «si riserva il diritto di usare questa arma quando sarà veramente necessario. Oggi il Pil cresce meno, anche se aumenta comunque del 5%, ma i cittadini non percepiscono il Pil: percepiscono il reddito pro capite, che aumenta del 7% e continua a migliorare il loro tenore di vita».

 

da “Il Sole 24 ore” del 22 maggio 2025