Mosaico dei giorni
Gaza morire inascoltati è la morte finale
Vi giro il
messaggio affidato a twitter da Ezzideen Shehab (@ezzingaza),
giovane medico di Gaza e scrittore. Facciamo girare!
"Non c’è
internet, nessun segnale, nessun suono. Nessun mondo fuori da questa gabbia. Ho
camminato 30 minuti tra le macerie e la polvere. Non in cerca di una fuga, ma
per un frammento di segnale, giusto per sussurrare: “siamo ancora vivi”. Non
perché qualcuno stia ascoltando, ma perché morire inascoltati è la morte
finale. Gaza è in silenzio ora. Non per pace, ma per annientamento. Non un
silenzio di quiete, ma di soffocamento. Hanno tranciato l’ultimo cavo. Nessun
messaggio esce, nessuna immagine entra. Anche il lutto è stato vietato. Ho
sorpassato cadaveri di edifici, di case, di uomini. Qualcuno respirava,
qualcuno no. Tutti cancellati dalla stessa mano che ha cancellato le nostre
voci. Questo non è semplicemente un assedio di bombe, è un assedio della memoria.
Una guerra contro la nostra capacità di dire “siamo qui”. I bombardamenti non
si sono mai fermati, soprattutto a Jabalia. Hanno bombardato le strade dove i
bambini supplicavano per del cibo. Hanno bombardato le file dove le mamme
aspettavano la farina. Hanno bombardato la fame stessa. Niente cibo. Niente
acqua. Niente via di fuga. E quelli che ci provano, quelli che raggiungono gli
aiuti, vengono abbattuti. La gente muore qui, e nessuno lo sa. Non perché le
uccisioni si sono fermate, ma perché l’uccisione della connessione ha avuto
successo. Internet era il nostro ultimo respiro. Non era un lusso, era l’ultima
prova della nostra umanità. E ora è andata. E nel buio, massacrano senza
conseguenze. Ho trovato questo tenue segnale con la eSIM come un uomo morente
trova un bagliore di luce. Sto sotto questo cielo spezzato, rischiando la morte
non per salvarmi, ma per mandare questo messaggio. Un singolo messaggio,
un’ultima resistenza. Se state leggendo questo, ricordatelo: abbiamo camminato
in mezzo al fuoco per dirlo. Non siamo stati in silenzio. Non siamo stati
silenziati. E quando la connessione sarà ristabilita, la verità sanguinerà
attraverso i cavi, e il mondo saprà quello che ha deciso di non vedere."
da Tonio Dell'Olio (17 giugno 2025)