Andare incontro alla vita
Per poter
guardare avanti occorre, tenendo presente la matrice da
cui si
proviene, comprendere il presente.
Un tempo,
dieci, venti, trenta o quaranta anni fa, era molto più
semplice leggere il
proprio passato e comprendere il proprio presente.
Era ancora valida la lettura
dicotomica del mondo diviso in buoni
e cattivi, male e bene, positivo e negativo.
Chi proveniva da una matrice cristiana aveva molto a cuore il dibattito
teologico e voleva riformare la chiesa rendendola una comunità
cristiana e politica di uguali. È in
questo contesto che nasce
anche questa comunità cristiana di base nel 1973. Una comunità
che aveva saputo intravvedere quella libertà che il Concilio Vaticano
Il sembrava promettere (liturgia in italiano, centralità della Bibbia, contestualizzazione
della predicazione dell'evangelo capace
di parlare
all'umanità reale, incarnata, ecc...). Ad Agape, quindi
nell'ambito del
mondo valdese, in quegli stessi anni, nascono i campi
"fede e omosessualità" e, poco dopo, quelli
"donne" all'interno dei quali si discute molto di chiese e teologia. Si
scopre l'ermeneutica del sospetto,
si fa una lettura diretta e radicale della Bibbia, ci si riconosce
come comunità cristiana critica nei confronti delle chiese istituzionalizzate.
A qualche anno di distanza nasce a Pinerolo anche
il "Gruppo donne per la ricerca
teologica" nel quale alcune sorelle
di questa comunità cristiana di base, donne
cattoliche e valdesi discutono di
teologia femminista e come questa si scontri o dialoghi
con il
pensiero politico delle donne.
Chi proveniva da una matrice laica e politica sosteneva, da
vari punti di vista, l'opposizione al governo fatta all'interno degli schieramenti partitici per modificare la struttura di
ingiustizia e corruzione
presente nel nostro ed in altri paesi.
Ci nutrivamo di un dissenso collettivo e di un sogno di felicità.
Erano, questi, desideri di assoluto, entrambi in perenne
attesa della rivoluzione.
Se si era cristiane/i si attendeva la
rivoluzione escatologica, il Regno dei Cieli già palese su questa terra: "Lo
Spirito del Signore è sopra di me; perciò mi ha unto per evangelizzare i poveri; mi
ha mandato ad annunciare la liberazione ai prigionieri e ai ciechi il
recupero della vista;
a rimettere in libertà gli oppressi e a proclamare l'anno
accettevole del Signore" (Luca 4, 18-19). Questo è uno dei testi
biblici che hanno guidato molte/i di noi e che rende bene l'idea dell'impegno a
cui si veniva chiamate/i e, al contempo, svela l'investitura che permetteva alle
persone di sentirsi protagoniste del proprio tempo e capaci di cambiare il
mondo.
Se invece si aveva uno sguardo non cristiano, si aspettava con impazienza
la salvezza del mondo promossa dalle masse sfruttate: gli operai, le donne, i
neri, il sud del mondo.
In entrambi i casi si partiva da un'inquietudine che
rendeva la vita quotidiana insoddisfacente e vi era una forte tensione ad un
futuro, non troppo lontano, in grado di far vedere "una terra
promessa" alla portata di molte/i.
Donne e uomini
Nel frattempo l'attesa creava costume, stile di vita.
Donne e uomini cercavano una strada che permettesse loro di vivere con coerenza
le proprie idee e la propria pratica di vita.
In questi anni le donne scoprono il separatismo e,
attraverso questo, il femminismo dell'uguaglianza che si concentra
sull'emancipazione della donna e sul superamento di quelle differenze che la
relegano ad una condizione subordinata; il femminismo della differenza che insiste
sul carattere incarnato e sessuato del soggetto, dando valore alla diversità di
cui la donna è portatrice con il suo corpo, affermando la sua radicale
estraneità ai modelli socio-simbolici della società patriarcale; il femminismo
postmoderno che decostruisce l'identità forte e normativa del femminile
frammentando l'unità del soggetto in una complessa molteplicità (postgender).
Gli uomini iniziano un percorso analogo (anche in
questa stessa comunità è nato oltre 10 anni fa un gruppo uomini) e riflettono sull'identità
di genere, sulla loro maschilità e come questa contribuisce e/o resiste al
patriarcato.
Nascono, inoltre, le teologie della liberazione e, tra
queste, quelle femministe che fanno della teologia "come un parlare di Dio
e un farLo parlare, prestando ascolto a quelli che dicono e dicevano di Dio,
per riuscire a dire di sé e del mondo, tenendo aperto l'orizzonte a qualcosa di
meglio: il cielo sopra le loro teste" (Luisa Muraro, Il Dio delle donne,
Mondadori 2003).
Teologie che nascono dalle parole dele donne dentro e
fuori le chiese.
La complessità dell'oggi
Oggi sono crollati i grandi quadri metafisici,
teologici corrispondenti a fedi-dottrine-dogmi e, con questo crollo, è crollata
quella progettualità tesa verso il futuro ma che dava senso e movimento al
presente.
Oggi tutto è più difficile. Mi sembra adeguata
l'analisi sulla complessità del presente della filosofa Rosi Braidotti che
dice: "Questi sono tempi strani e strane cose stanno accadendo. Tempi
in cui i cambiamenti si susseguono a ondate sempre più ampie, anche se
irregolari, con il conseguente, simultaneo manifestarsi di effetti
contraddittori. Tempi di mutamenti velocissimi che non cancellano la brutalità
dei rapporti di potere, ma per molti versi la intensificano, portandoli ad un
punto di implosione. Vivere in un'epoca di mutamenti tanto accelerati può
essere elettrizzante, ma il compito di rappresentarli a noi stessi e di
impegnarsi positivamente a fronte delle contraddizioni, dei paradossi e delle
ingiustizie che essi generano è una sfida continua... Se non si ama la
complessità, è impossibile sentirsi a casa propria nel 21° secolo.
Trasformazioni, metamorfosi, mutazioni e processi di cambiamento sono infatti
divenuti parte integrante della vita della maggior parte dei soggetti
contemporanei..
Se l'unica costante all'alba del 3° millennio è il
cambiamento, allora la sfida sta nel pensare ai processi, piuttosto che ai
concetti". (In metamorfosi.
Verso una teoria materialista del divenire, Feltrinelli 2003)
Se questo è vero, e credo che lo sia, ciò significa
che la politica ha subito un'enorme trasformazione perché oggi essa è priva di trascendenza
e di assoluti.
Momenti radianti
Per andare incontro alla vita come ci si presenta, non
solo singolarmente ma facendo parte di una chiesa che guardi avanti, occorre,
come abbiamo detto sinora, capire la complessità del nostro presente, ma anche
costruire un legame tra momenti forti, radianti, come quelli passati e questo
momento che sembra un momento opaco. Nella storia, nella nostra storia, vi sono
momenti radianti, come li chiama la filosofa Chiara Zamboni, parlando di donne
e letteratura. Momenti in cui "alcune donne hanno creato un costume di
vita con altre che si è fatto stile autonomo, intreccio di legami, significazione
dell'esistenza svincolata in modo originale dal senso comune diffuso nel
proprio tempo".
Dobbiamo allora creare un legame di continuità con ciò
che siamo stati e con ciò che abbiamo capito di noi e del mondo, ma contemporaneamente
è indispensabile trovare ancora nuovi modi attraverso i quali la novità
dell'evangelo ci parli adesso. Continuare con coraggio e passione la nostra
ricerca teologica... e la comunità cristiana di base di Pinerolo ne è un
esempio (la predicazione svolta a turno dai credenti, la presentazione delle/
dei piccole/i al posto della pratica battesimale delle/ dei bambine/i, la festa
delle convivenze...).
Dobbiamo fare della teologia qualcosa di indecente,
rumoroso, come ci ricorda la teologa argentina post-colonialista Marcella
Althau-Reed che inizia uno dei suoi libri con una provocazione molto forte.
Si chiede, infatti, qual è il filo rosso che collega
le venditrici di limoni agli angoli della strada di Buenos Aires e le teologhe
accademiche.
La cosa che hanno in comune è che entrambe sono state
vittime.
Per superare la stasi occorre allora capire cosa ci
tiene insieme e quindi anche che tipo di costume, noi credenti in Gesù Cristo,
oggi, vogliamo creare.
"Va' incontro alla vita come ti si presenta, col
cuore aperto e l'occhio limpido. Lasciati guidare dalla realtà. Compi tutta
intera la tua opera di uomo - donna - sotto lo sguardo di Dio. Così facendo
sosterrai, intatto, i tempi calamitosi nei quali devi vivere e salverai, con la
tua pace, il bene più prezioso, l'anima tua" ci suggerisce il teologo valdese
Giovanni Miegge (Al principio la grazia. Scritti pastorali, Claudiana
1997).
Daniela Di Carlo
Una Comunità che guarda avanti , Cdb di Pinerolo 2004