mercoledì 23 luglio 2025

 

Andare incontro alla vita

 

Per poter guardare avanti occorre, tenendo presente la matrice da cui si proviene, comprendere il presente.

Un tempo, dieci, venti, trenta o quaranta anni fa, era molto più semplice leggere il proprio passato e comprendere il proprio presente. Era ancora valida la lettura dicotomica del mondo diviso in buoni e cattivi, male e bene, positivo e negativo.

Chi proveniva da una matrice cristiana aveva molto a cuore il dibattito teologico e voleva riformare la chiesa rendendola una comunità cristiana e politica di uguali. È in questo contesto che nasce anche questa comunità cristiana di base nel 1973. Una comunità che aveva saputo intravvedere quella libertà che il Concilio Vaticano Il sembrava promettere (liturgia in italiano, centralità della Bibbia, contestualizzazione della predicazione dell'evangelo capace di parlare all'umanità reale, incarnata, ecc...). Ad Agape, quindi nell'ambito del mondo valdese, in quegli stessi anni, nascono i campi "fede e omosessualità" e, poco dopo, quelli "donne" all'interno dei quali si discute molto di chiese e teologia. Si scopre l'ermeneutica del sospetto, si fa una lettura diretta e radicale della Bibbia, ci si riconosce come comunità cristiana critica nei confronti delle chiese istituzionalizzate. A qualche anno di distanza nasce a Pinerolo anche il "Gruppo donne per la ricerca teologica" nel quale alcune sorelle di questa comunità cristiana di base, donne cattoliche e valdesi discutono di teologia femminista e come questa si scontri o dialoghi con il pensiero politico delle donne.

Chi proveniva da una matrice laica e politica sosteneva, da vari punti di vista, l'opposizione al governo fatta all'interno degli schieramenti partitici per modificare la struttura di ingiustizia e corruzione presente nel nostro ed in altri paesi.

Ci nutrivamo di un dissenso collettivo e di un sogno di felicità.

Erano, questi, desideri di assoluto, entrambi in perenne attesa della rivoluzione.

Se si era cristiane/i si attendeva la rivoluzione escatologica, il Regno dei Cieli già palese su questa terra: "Lo Spirito del Signore è sopra di me; perciò mi ha unto per evangelizzare i poveri; mi ha mandato ad annunciare la liberazione ai prigionieri e ai ciechi il recupero della vista; a rimettere in libertà gli oppressi e a proclamare l'anno accettevole del Signore" (Luca 4, 18-19). Questo è uno dei testi biblici che hanno guidato molte/i di noi e che rende bene l'idea dell'impegno a cui si veniva chiamate/i e, al contempo, svela l'investitura che permetteva alle persone di sentirsi protagoniste del proprio tempo e capaci di cambiare il mondo.

Se invece si aveva uno sguardo non cristiano, si aspettava con impazienza la salvezza del mondo promossa dalle masse sfruttate: gli operai, le donne, i neri, il sud del mondo.

In entrambi i casi si partiva da un'inquietudine che rendeva la vita quotidiana insoddisfacente e vi era una forte tensione ad un futuro, non troppo lontano, in grado di far vedere "una terra promessa" alla portata di molte/i.

 

Donne e uomini

 

Nel frattempo l'attesa creava costume, stile di vita. Donne e uomini cercavano una strada che permettesse loro di vivere con coerenza le proprie idee e la propria pratica di vita.

In questi anni le donne scoprono il separatismo e, attraverso questo, il femminismo dell'uguaglianza che si concentra sull'emancipazione della donna e sul superamento di quelle differenze che la relegano ad una condizione subordinata; il femminismo della differenza che insiste sul carattere incarnato e sessuato del soggetto, dando valore alla diversità di cui la donna è portatrice con il suo corpo, affermando la sua radicale estraneità ai modelli socio-simbolici della società patriarcale; il femminismo postmoderno che decostruisce l'identità forte e normativa del femminile frammentando l'unità del soggetto in una complessa molteplicità (postgender).

Gli uomini iniziano un percorso analogo (anche in questa stessa comunità è nato oltre 10 anni fa un gruppo uomini) e riflettono sull'identità di genere, sulla loro maschilità e come questa contribuisce e/o resiste al patriarcato.

Nascono, inoltre, le teologie della liberazione e, tra queste, quelle femministe che fanno della teologia "come un parlare di Dio e un farLo parlare, prestando ascolto a quelli che dicono e dicevano di Dio, per riuscire a dire di sé e del mondo, tenendo aperto l'orizzonte a qualcosa di meglio: il cielo sopra le loro teste" (Luisa Muraro, Il Dio delle donne, Mondadori 2003).

Teologie che nascono dalle parole dele donne dentro e fuori le chiese.

 

La complessità dell'oggi

Oggi sono crollati i grandi quadri metafisici, teologici corrispondenti a fedi-dottrine-dogmi e, con questo crollo, è crollata quella progettualità tesa verso il futuro ma che dava senso e movimento al presente.

Oggi tutto è più difficile. Mi sembra adeguata l'analisi sulla complessità del presente della filosofa Rosi Braidotti che dice: "Questi sono tempi strani e strane cose stanno accadendo. Tempi in cui i cambiamenti si susseguono a ondate sempre più ampie, anche se irregolari, con il conseguente, simultaneo manifestarsi di effetti contraddittori. Tempi di mutamenti velocissimi che non cancellano la brutalità dei rapporti di potere, ma per molti versi la intensificano, portandoli ad un punto di implosione. Vivere in un'epoca di mutamenti tanto accelerati può essere elettrizzante, ma il compito di rappresentarli a noi stessi e di impegnarsi positivamente a fronte delle contraddizioni, dei paradossi e delle ingiustizie che essi generano è una sfida continua... Se non si ama la complessità, è impossibile sentirsi a casa propria nel 21° secolo. Trasformazioni, metamorfosi, mutazioni e processi di cambiamento sono infatti divenuti parte integrante della vita della maggior parte dei soggetti contemporanei..

Se l'unica costante all'alba del 3° millennio è il cambiamento, allora la sfida sta nel pensare ai processi, piuttosto che ai concetti". (In metamorfosi.

Verso una teoria materialista del divenire, Feltrinelli 2003)

Se questo è vero, e credo che lo sia, ciò significa che la politica ha subito un'enorme trasformazione perché oggi essa è priva di trascendenza e di assoluti.

 

Momenti radianti

Per andare incontro alla vita come ci si presenta, non solo singolarmente ma facendo parte di una chiesa che guardi avanti, occorre, come abbiamo detto sinora, capire la complessità del nostro presente, ma anche costruire un legame tra momenti forti, radianti, come quelli passati e questo momento che sembra un momento opaco. Nella storia, nella nostra storia, vi sono momenti radianti, come li chiama la filosofa Chiara Zamboni, parlando di donne e letteratura. Momenti in cui "alcune donne hanno creato un costume di vita con altre che si è fatto stile autonomo, intreccio di legami, significazione dell'esistenza svincolata in modo originale dal senso comune diffuso nel proprio tempo".

Dobbiamo allora creare un legame di continuità con ciò che siamo stati e con ciò che abbiamo capito di noi e del mondo, ma contemporaneamente è indispensabile trovare ancora nuovi modi attraverso i quali la novità dell'evangelo ci parli adesso. Continuare con coraggio e passione la nostra ricerca teologica... e la comunità cristiana di base di Pinerolo ne è un esempio (la predicazione svolta a turno dai credenti, la presentazione delle/ dei piccole/i al posto della pratica battesimale delle/ dei bambine/i, la festa delle convivenze...).

Dobbiamo fare della teologia qualcosa di indecente, rumoroso, come ci ricorda la teologa argentina post-colonialista Marcella Althau-Reed che inizia uno dei suoi libri con una provocazione molto forte.

Si chiede, infatti, qual è il filo rosso che collega le venditrici di limoni agli angoli della strada di Buenos Aires e le teologhe accademiche.

La cosa che hanno in comune è che entrambe sono state vittime.

Per superare la stasi occorre allora capire cosa ci tiene insieme e quindi anche che tipo di costume, noi credenti in Gesù Cristo, oggi, vogliamo creare.

"Va' incontro alla vita come ti si presenta, col cuore aperto e l'occhio limpido. Lasciati guidare dalla realtà. Compi tutta intera la tua opera di uomo - donna - sotto lo sguardo di Dio. Così facendo sosterrai, intatto, i tempi calamitosi nei quali devi vivere e salverai, con la tua pace, il bene più prezioso, l'anima tua" ci suggerisce il teologo valdese Giovanni Miegge (Al principio la grazia. Scritti pastorali, Claudiana 1997). 

Daniela Di Carlo

Una Comunità che guarda avanti , Cdb di Pinerolo 2004