Amare la vita per amare Dio
Come si può amare Dio se non si ama la vita? L'inferno è il sacrificio sacrificale della vita. Come possiamo amare ciò che il desiderio accende nel profondo del nostro intimo, e che ci apre alla vita, se poi lo soffochiamo fino a spegnerlo vivendo nella morte? Chi sacrifica il sacrificio della vita per vivere, non è capace di amare e se mostra di amare non è vero amore, è amore adulterato. La paura, è vivere la propria vita priva di amore. L'amore è il servitore della vita. Servire la vita è desiderare di vivere e di non morire. Capire la morte vuol dire risorgere. La risurrezione è l'uscita dall'inferno che l'uomo si crea. L'inferno è il fantasma sacrificale della vita. (Recalcati)
La vita è il Mistero che ci fa vivere, oltre ogni determinazione e forma esistenziale. Il divenire della vita, è una piacevole illusione che si trasforma in capriccio, destinato a consumarsi nelle sue forme ,ma non nella vita stessa. Abbiamo chiesto la nostra parte di eredità, venendo al mondo, e dimentichi, cominciamo a consumarla nel bene e nel male. Nel consumare la vita, riaffiora il ricordo della casa paterna, e ravvivando il desiderio del ritorno, ci s’incammina verso la sperata accoglienza, misericordiosa del padre. L'esperienza di vivere la vita felicemente, serenamente perché no edonisticamente con le relative connaturate difficoltà e tribolazioni, ci porta a scoprire la nostra natura divina, perché quella naturale la dobbiamo restituire alla materia, con cui ci vestiamo, quando veniamo al mondo, per esperire la creazione. Creazione che Qualcuno ha preparato in vista della nostra richiesta di eredità. Eredità che non poteva essere negata, perché richiesta un Dio che è Padre e madre, che ama di un amore libero e liberante, capace di guarire le ferite che i figli possono deliberatamente procurare.