domenica 17 agosto 2025

Il grido di un teologo africano

 

Ho preso coscienza dell’insignificanza del cristianesimo occidentale per l'uomo africano. Questo cristianesimo è integrato a un sistema di dominazione nel quale Dio rischia di essere catturato dalle forze che ci opprimono. Ora bisogna che Dio sia Dio, e perché lo sia bisogna che Dio sia liberato da questa schiavitù. La mia teologia prende come punto di partenza il fatto che il Vangelo non può essere realmente una forza di liberazione se non lo si libera dal cristianesimo occidentale, fondamentalmente associato a un sistema di dominazione dopo la conversione dell'imperatore Costantino". Questa riflessione, all'interno di un'intervista sul senso del suo impegno intellettuale, rende bene la prospettiva adottata durante l'intera sua vita da Jean-Marc Ela, prete, teologo e sociologo camerunese, considerato unanimemente una delle voci più alte della teologia africana del Novecento. E una delle più capaci di parresia. Eppure, la sua scomparsa, avvenuta il giorno dopo Natale del 2008 a Vancouver, in Canada, non ebbe particolare risonanza se non a livello locale, nel suo Camerun, e su qualche sito specializzato. Certo, i media del suo Paese resero un dovuto omaggio a "uno dei padri della teologia della liberazione in Africa"; all'"uomo di Dio che ha combattuto per tutta la vita per l'emancipazione intellettuale, religiosa e umana del continente africano": al "sociologo della gente comune, della miseria senza voce, delle campagne che si lasciano morire e delle città che soffocano"; al "rivoluzionario tranquillo"; al "padre dei poveri"; fino a definirlo un autentico profeta... mentre in Europa, salvo poche eccezioni, è prevalso il silenzio. Più o meno voluto (Ela, indubbiamente, era personaggio scomodo). Si trattò, in ogni caso, di un segnale di quanto nel vecchio continente siano ancora poco note, e poco studiate, le testimonianze teologiche del continente nero: a dispetto del fatto che, come recitano le statistiche, esso sta conoscendo un vero e proprio boom nella diffusione del messaggio cristiano. Come scrive da tempo un attento osservatore del fenomeno, lo storico statunitense Philip Jenkins, le cifre sono impressionanti: tra il 1900 e il 2000 il numero dei cristiani in Africa è cresciuto da dieci milioni a più di 360 milioni, dal 10% della popolazione complessiva al 46%: "Se questo non è, da un punto di vista quantitativo, il più grande cambiamento religioso nella storia

umana in un così breve periodo, non riesco a pensare a un altro che possa reggere il confronto...

 

Brunetto Salvarani (da “Rocca”, 1 agosto 2025)