IL VESCOVO DI PISTOIA HA TOLTO
L'INCARICO A DON BIANCALANI
Vicofaro, stop all'accoglienza: via
il prete pro migranti
E’ stato rimosso dalla parrocchia di Santa Maria
Maggiore a Vicofaro (Pistoia) don Massimo Biancalani, il prete che per quasi
dieci anni ha ospitato nei locali parrocchiali centinaia di migranti, perlopiù
giovani africani che vivevano in strada perché per loro non c'era posto nel
sistema pubblico di "accoglienza". La decisione del vescovo di
Pistoia, Fausto Tardelli, è di pochi giorni fa.
Si tratta, secondo una consuetudine clericale piuttosto diffusa nelle curie, di
una rimo zione camuffata da promozione (promoveatur ut amoveatur).
A Biancalani, infatti, mentre viene tolto l'incarico
di parroco, è affidato un nuovo ruolo:
direttore dell'ufficio missionario diocesano. Un modo per allontanarlo dalla
parrocchia e non affidargliene un'altra, dove avrebbe potuto riprendere
l'attività di accoglienza, eventualità che in curia guardano con
preoccupazione. E per controllare più da vicino il prete dalla « attitudine
disobbediente», come si esprime lo stesso vescovo nel decreto di rimozione, di
cui non è stata data comunicazione pubblica ma che il Manifesto ha
potuto leggere grazie a proprie fonti interne alle diocesi della Toscana.
Si chiude così l'esperienza di accoglienza portata
avanti da Biancalani che, con l'aiuto di un nutrito gruppo di volontari, ha
aperto le porte della parrocchia di Vicofaro ai migranti ospitandoli anche in
chiesa, ovvero prendendo sul serio l'invito di papa Francesco a fare della
chiesa un «ospedale da campo». Negli anni ci sono stati gli attacchi della
destra (dalla Lega di Salvini, che per primo criticò il parroco sul social, a
Fdi, Casa-Pound, Forza Nuova), di sedicenti comitati di cittadini perbene preoccupati
più del «de-coro› che dell'umanità, e la sostanziale indifferenza della
politica, dell'associazionismo e della Chiesa pistoiesi. Qualche momento di
difficoltà e di tensione legato al sovraffolla mento (il numero dei migranti
ospitati in alcuni periodi ha raggiunto i 150), ma la situazione è sempre stata
gestita da don Biancalani e dai volontari del centro di accoglienza,
autogestito e autofinanziato
A giugno la svolta, con il sindaco di Pistoia
Alessandro Tomasi (in gioventù frequentato re di CasaPound, ora in Fratelli
d'Italia e probabile candidato alla guida della regione Toscana per il
centrodestra) che emana un'ordinanza di sgombero per le “gravi condizioni
igienico-sanitarie e di sicurezza” dei locali della parrocchia. Il vescovo
finge di criticare l'ordinanza ma avvia, insieme alla Caritas, il trasferimento
dei migranti in otto strutture diocesane che improvvisamente, dopo dieci anni
di inerzia, si materializzano (anche grazie a cospicui finanziamenti arrivati e
promessi dall'esterno). E contestualmente manda gli operai a sigillare con
pannelli di legno i locali parrocchiali per ché nessuno vi entri.
Il primo luglio il violento epilogo: reparti di
polizia in tenuta antisommossa inviati da ministro Piantedosi (che rivendica
l'operazione sui social fanno irruzione in parrocchia e portano via gli ultimi
migranti che non avevano accettato 1 trasferimento (e che ora sono di nuovo in
strada o nei Cpr).
Quindi l'ultimo atto con l'allontanamento di don Biancalani da Vicofaro. La
Comunità cristiana di base dell'Isolotto di Firenze scrive al vescovo Tardelli: ‹Sarà la storia a giudicare chi ha operato nel senso umano ed evangelico
di "ero straniero e mi avete accolto" e chi si è voltato dall'altra
parte›.
LUCA KOCCI, Il Manifesto, 10 agosto 2025