Distruggiamo tutto!
Salmo 74
O Dio, perché ci hai respinti per sempre?
Dirigi i tuoi
passi verso le
rovine eterne;
il nemico ha
tutto devastato nel
tuo santuario...
Hanno detto in cuor loro: «Distruggiamo tutto!»
Hanno arso
tutti i luoghi delle assemblee
divine nel paese.
Noi non
vediamo più nessun
segno;
non c'è più
profeta,
né chi tra noi sappia fino a quando...
Fino a quando,
o Dio, ci
oltraggerà l’avversario?...
Non
dimenticare il grido dei
tuoi memici,
lo strepito incessante di
quelli che si
innalzano
contro di te.
Lidia: “distruggiamo
tutto”. Questo terribile imperativo continua a risuonare anche oggi. Nel cuore
dei violenti, certo, perché in pubblico, a voce, dicono di agire per legittima
difesa. Già nei tempi antichi funzionava la macchina della propaganda, a
copertura delle atrocità commesse: “Fanno il deserto e lo chiamano pace”
(Tacito). Oggi, poi, quella macchina si avvale di notizie false, di immagini
costruite al computer: Nonostante l'abbondanza di strumenti messi in atto per
la copertura, a volte questo imperativo si mostra in tutta la sua spudoratezza
e mette in moto stragi di civili, senza alcuna pietà neanche per i
bambini.
Angelo: “distruggiamo
tutto”, perché niente e nessuno merita di vivere. Sono nemici: niente che
appartenga a loro dev'essere considerato sacro. Né il loro Tempio, né i loro
ospedali, tanto meno la loro gente. Neanche i bambini: sono i futuri
terroristi. Loro non appartengono al genere umano: sono bestie nocive da
eliminare. E non concediamo nessuna tregua: se l’obiettivo è la distruzione, la
guerra sarà infinita. Hanno la presunzione di domandarsi: fino a quando? Fino a
che lo vogliamo, fino allo sterminio totale.
Lidia: “distruggiamo
tutto”, fino a sradicare la loro stessa fede. Credevano di avere un dio che li
proteggesse dal pericolo? Ebbene, mostriamo loro che anche lui è stato
distrutto. Che questo dio si è totalmente dimenticato del suo popolo. Che tutte
le loro storie mitiche, in cui il loro dio interveniva per farli vincere,
saranno sepolte con loro. E l’ultimo a morire farà la terribile scoperta che
quei racconti non erano che inganno.
Angelo: “distruggiamo
tutto”, perché, alla fine, sarà evidente che l’unico arbitro della storia è la
forza. È la sua voce a ruggire e ad ammutolire le voci dei profeti. È la sua
mano ad agire; la destra divina non può fare niente. Di lei, della forza, resterà
memoria; di dio solo il disprezzo.
Lidia: “distruggiamo
tutto”. O Dio, non dimenticare questo grido dei tuoi nemici. Non lasciare che
la terra sia un covo di violenti. Non metterti anche Tu dalla parte dei
distruttori. Tu sei un Dio che edifichi, non che distrugge. Sei il costruttore,
il creatore. La tua presenza ci ha portato salvezza. Ma ora non riusciamo più a
riconoscerti. Dove sei? Dove trovarti in questa storia in balia dei
distruttori? Sei con le vittime o marci alla testa del distruttore, di quel
distruttore che, vittima a suo tempo, è entrato nel delirio di una vendetta
infinita?
Angelo: “distruggiamo
tutto”, è il ritornello mortifero che rimbomba nei nostri orecchi. Ma nel cuore
non dimentichiamo che Tu, in principio, hai dato vita a tutto; ci hai liberato
dal violento ed hai stabilito con noi un patto. Non lasciare che questa voce
del cuore sia sopraffatta dall'urlo violento. Ricordati di noi, della vita
buona che ci hai promesso. Ricordaci di te, Dio della pace. Signore, fino
a quando?
Lidia Maggi e Angelo Reginato
(da "Rocca", 1 giugno
2025)