Questo
è il canone per la celebrazione di oggi, preparato da Ines Rosso. La celebrazione inizierà alle ore 18:00.
Ci si potrà collegare già a partire dalle 17:45.
Il link per collegarsi è:
meet.google.com/ehv-oyaj-iue
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SPEZZANDO QUESTO PANE…
P. Saluto all’assemblea
1. Ti benediciamo,
o Dio Creatore della vita,
perché concedi alle Tue figlie e ai Tuoi figli
di godere momenti di gioia e di pace.
2. Ti benediciamo
perché ogni giorno fai crescere nel nostro cuore
il desiderio del Tuo Regno
e ci doni la forza e la fantasia
per collaborare con slancio alla sua costruzione.
LETTURE BIBLICHE
LUCA 12, 13-21
13Un tale che stava in mezzo alla folla disse a Gesù:
- Maestro, di' a mio fratello di spartire con me l'eredità.
14Ma Gesù gli rispose:
- Amico, non sono qui per fare da giudice nei vostri affari o da mediatore nella spartizione dei vostri beni.
15Poi disse agli altri:
- Badate di tenervi lontani dall'ansia delle ricchezze, perché la vita di un uomo
non dipende dai suoi beni, anche se è molto ricco.
16Poi raccontò loro questa parabola: 'Un ricco aveva dei terreni che gli davano abbondanti raccolti. 17Tra sé e sé faceva questi ragionamenti: 'Ora che non ho più posto dove mettere i nuovi raccolti cosa farò?'. 18E disse: 'Ecco, farò così: demolirò i vecchi magazzini e ne costruirò altri più grandi. Così potrò metterci tutto il mio grano e i miei beni. 19Poi finalmente potrò dire a me stesso: Bene! Ora hai fatto molte provviste per molti anni. Ripòsati, mangia, bevi e divèrtiti!'. 20Ma Dio gli disse: 'Stolto! Proprio questa notte dovrai morire, e a chi andranno le ricchezze che hai accumulato?''.
21Alla fine Gesù disse: 'Questa è la situazione di quelli che accumulano
ricchezze solo per se stessi e non si preoccupano di arricchire davanti a Dio'.
PREDICAZIONE
L’esprimersi in parabole fa parte di un genere letterario molto usato nella bibbia
ebraica, soprattutto dai profeti, perché di grande efficacia espressiva.
Le parabole di Gesù, nonostante i loro elementi vivaci, non sono semplici racconti
fantasiosi, ma strumenti speciali per insegnare. Nonostante le loro sfumature comiche
o ironiche, sono assolutamente serie nel loro intento.
Le parabole comunicano il messaggio di Gesù e stimolano il lettore coinvolgendolo in
un modo e con un impatto tale da non avere paragoni con nessun altro tipo di
linguaggio.
Gesù qui racconta una storia che descrive un uomo che, a modo suo, ammucchia beni
su beni proprietà su proprietà e aumenta e aumenta sempre più. Demolisce vecchi
edifici e granai per costruirne altri più grandi. Ristruttura, ricostruisce, poi raccoglie e
immagazzina. E spera di poter finalmente trovare riposo e pace a ricompensa di tutte
le sue fatiche.
Ma è un pazzo dice Gesù. La vita gli passerà sopra. E lui con la sua vita affannosa,
non troverà la pace che desiderava.
Mentre si affannava a costruire e ammucchiare si è dimenticato di se e di Dio.
Ma perché allora ammucchiare tante cose che non saziano e non sostengono?
DREWERMANN: Che cosa accadrebbe se, una buona volta, quello che voleva Gesù
dovesse essere capito e vissuto a livello esistenziale? Quali prospettive sarebbero
allora possibili, come cambierebbero i rapporti dell’uomo col suo prossimo e come
cambierebbe la relazione dell’essere umano con Dio?
L’ interrogativo essenziale che poniamo alla vita non è che cosa poter possedere, fare,
raccogliere; l’ interrogativo essenziale è la vita che lo pone a noi: che cosa siamo in
sostanza davanti a Dio, che cosa possiamo, vogliamo o dovremmo essere?
Se tutto il fare frenetico dell’ ammucchiare cedesse il passo a un tranquillo osservare,
ascoltare, guardare , meditare si potrebbe fare esperienza di un sostegno interiore e
un equilibrio. Si potrebbe sperimentare una realtà equilibrata nella quale trovare
veramente rifugio e pace.
LIBERI INTERVENTI
MOMENTO di SILENZIO
1. Come Abramo il nomade, che lasciò la casa dei suoi padri
per mettersi dietro alla Tua parola, credendo alla promessa,
2. come Sara, che accolse il Tuo annuncio,
meravigliandosi e ridendo con stupore,
T. rendici capaci di aggiungere tempo ai nostri giorni.
Tempo utile, non solo per noi,
tempo per sperimentare la condivisione e l’accoglienza.
1. Come alla vedova di Sarepta colmasti di olio l’orcio quasi vuoto,
così ricolma le nostre esistenze dell’amore che solo Tu puoi donare.
2. E se perdessimo coraggio, non ci abbandonare; stacci vicino:
come hai soccorso Israele nel deserto
e Mosé, quando aveva perso fiducia nella sua gente.
T. Insegnaci a trovare l’acqua viva in quei momenti difficili
e a fidarci di Te, che rendi sensato ciò che è privo di senso.
G. Dio di tenerezza e di bontà,
dal volto severo e dal cuore misericordioso,
accompagnaci nel cammino per tutti i giorni della nostra vita.
MEMORIA DELLA CENA
T. Mentre mangiavano prese il pane e, pronunciata la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: “Prendete, questo è il mio corpo”. Poi prese il calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. E disse: “Questo è il mio sangue, il sangue dell’alleanza versato per molti. In verità vi dico che io non berrò più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo nel Regno di Dio”.
1. Ricordando Gesù di Nazareth,
facciamo memoria di tutti e tutte coloro che, come lui, hanno lottato
per conquistare spazi di dignità e di liberazione.
Così facendo, si sono scontrati con il volto disumano del potere,
che non sopporta gli spiriti liberi e senza padroni.
2. Spezzando questo pane,
ci proponiamo di condividere “pezzi” della nostra vita,
del nostro tempo, delle nostre energie,
nella consapevolezza che non c’è “perdita” in questo “spezzare”,
ma gioiosa scoperta di altre mani, altri volti, altri cammini.
1. Assaporando la fragranza di questo cibo,
ci ricordiamo che la terra è di Dio
e che i suoi frutti ci sono dati gratuitamente, in dono.
2. Chi si affanna a riempire i granai
si troverà di fronte all’amara scoperta della manna che marcisce
tra le mani di chi non ha saputo accoglierla.
G. Noi ora mangiamo questo pane spezzandolo tra di noi. L’espressione simbolica: “questo è il mio corpo”, “questo è il mio sangue” ha un rimando molto concreto alla nostra vita. Se noi facciamo nostro lo stile di vita di Gesù, se lo facciamo penetrare nella nostra esistenza quotidiana, noi comunichiamo con Gesù stesso in profondità, come se ci nutrissimo di lui. Questo linguaggio ci invita a prendere sul serio le due caratteristiche che hanno contraddistinto il comportamento del maestro di Nazareth: la fiducia in Dio e la prassi di condivisione.
COMUNIONE
PREGHIERA SPONTANEA
BENEDIZIONE FINALE
G. “Che il vento, soffiando nei vostri capelli,
vi porti il palpitare della vita.
Che i vostri piedi lascino nella polvere
orme di speranza.
Che nell’oscurità
voi udiate battere il cuore del prossimo.
Che le vostre mani si protendano
come porte che si aprono.
Che le vostre bocche trasmettano
quanto vi è stato dato di ricevere.
Che le vostre orecchie colgano
quello che le parole dicono solo a metà.
E che l’amore del Signore vi accompagni
anche là dove non vorreste andare”. (Christian Kempf)
Ines Rosso, comunità di via Gap, 14 Agosto 2025
(canone tratto da “Preghiere eucaristiche”vol. 2)