Dopo i dazi Usa, anche il
presidente indiano alla corte di Xi. Insieme a Putin e al dittatore nordcoreano
VERTICE DELL'ORGANIZZAZIONE PER LA COOPERAZIONE DI
SHANGHAI.
Da Modi a Kim, appuntamento in Cina ricompattati da Trump
I dissidi sino-indiani sono stati sin qui
tra i principali ostacoli a una maggiore profondità della cooperazione in
ambito Sco e Brics. Il disgelo potrebbe aumentare l’ambizione dei due gruppi,
percepiti dall’occidente come una sorta di anti G7. Con la presidenza di turno
cinese, la Sco sembra aver ampliato i suoi ambiti d’azione: alle tradizionali
sicurezza e lotta al terrorismo, in agenda si aggiungono ora anche commercio,
infrastrutture, energia e governance digitale. Mosca spingerà per rafforzare i legami
energetici con India e Cina, con nuove intese su petrolio, gas, carbone e
nucleare.
Non sono esclusi annunci sul famigerato
gasdotto Power of Siberia 2, su cui Xi ha sin qui temporeggiato. Pechino
presenterà iniziative infrastrutturali e di penetrazione digitale sotto
l’ombrello della Belt and Road, mentre in ambito Sco dovrebbero essere lanciati
programmi su transizione energetica, smart cities, agricoltura sostenibile e
cooperazione tecnologica verde. Alla plenaria Sco di domenica, Xi illustrerà
una nuova «visione cinese» per il gruppo. All’incontro Sco plus di lunedì,
quando si aggiungeranno altri 20 leader provenienti da vari paesi del
cosiddetto sud globale (tra cui il generale birmano Min Aung Hlaing), il leader
cinese terrà invece un ambizioso discorso sul rinnovamento della governance
globale.
DOPO LA BANDIERA del multipolarismo
imbracciata durante il vertice, Xi passerà a mostrare la forza della Cina.
Mercoledì 3 settembre è infatti in programma una grande parata militare per
celebrare l’ottantesimo anniversario della fine della seconda guerra mondiale e
della vittoria nella resistenza contro l’aggressione del Giappone. In piazza
Tian’anmen ci saranno 26 leader internazionali. Già annunciata da tempo la
presenza di Putin, ma è di ieri la notizia che ci sarà anche Kim Jong-un, che
torna a Pechino dopo sei anni. Per la prima volta, Xi vedrà entrambi nello
stesso momento. La Cina ha osservato con fastidio la firma del trattato di
mutua difesa tra Pyongyang e Mosca, ma sente che è il momento di tenere vicini
sia Putin e Kim, nonostante gli effetti collaterali sui rapporti con occidente
e Giappone.
DALL’EUROPA, non a caso, arriveranno solo
lo slovacco Robert Fico e il serbo Aleksandar Vucic, mentre quasi tutti gli
altri paesi non dovrebbero mandare nemmeno gli ambasciatori a Pechino. Presente
invece il presidente del parlamento della Corea del sud, dopo che il presidente
Lee Jae-myung ha auspicato la ripresa del dialogo con Pyongyang nel vertice di
lunedì alla Casa bianca. Ospitando sia Putin sia Kim, Xi lancia un messaggio a
Trump: puoi parlare con loro, ma non puoi separarli da me.
Lorenzo
Lamperti (da “Il Manifesto)