lunedì 1 settembre 2025

Ecco cosa può fare il governo italiano


Organizzare una grande Operazione di Salvataggio dei bambini, delle bambine e di tutti i sopravviventi di Gaza. Facciamo partire subito le tre grandi portaerei italiane “Cavour”, “Garibaldi” e “Trieste”. Carichiamole di aiuti e affidiamo ai nostri militari il compito di consegnarli al personale delle agenzie dell’Onu e alle organizzazioni della società civile che ancora resiste nel cimitero di Gaza. Facciamo in modo che tutti i bambini e le bambine possano riceverli. Rompiamo l’assedio di Gaza. La Presidente del Consiglio e il ministro degli Esteri salgano su quelle navi, dirigano le operazioni di soccorso e chiedano a tutti i capi di Stato europei di fare altrettanto.
Convocare ogni giorno l’ambasciatore israeliano in Italia per chiedere spiegazioni e ribadire la richiesta di mettere fine a tutte le “attività illegali”.
Richiamare l’ambasciatore italiano da Israele per consultazioni.
Negare l’ingresso in Italia ai militari e riservisti israeliani che hanno combattuto o stanno combattendo a Gaza e nei Territori Palestinesi Occupati.
Perseguire penalmente i cittadini italiani che vanno a combattere a Gaza e nei Territori Palestinesi Occupati.
Adottare sanzioni nei confronti di persone ed entità coinvolte in azioni e politiche del governo di Israele che compromettono i valori fondamentali della Costituzione Italiana, dell’Unione Europea e delle Nazioni Unite.
Presentare un ricorso alla Corte Internazionale di Giustizia per violazione da parte di Israele della Convenzione per la prevenzione e la repressione del crimine di genocidio.
Proporre la sospensione di Israele dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.
Revocare il Memorandum d’intesa per la collaborazione militare tra Italia e Israele e interrompere ogni compravendita di armi e sistemi d’arma da e per Israele.
Adottare misure restrittive economiche tra cui restrizioni in materia di scambi, finanza, energia, tecnologia e beni a duplice uso, industria, trasporti e beni di lusso.
Colpire coloro che forniscono sostegno finanziario, tecnico o materiale per violazioni dei diritti umani in Israele, o sono associati a persone ed entità che commettono tali violazioni.
Vietare agli istituti di credito la possibilità di effettuare investimenti a favore di imprese, enti od organizzazioni di Israele e ad operatori che intrattengono rapporti economici con Israele.
Sostenere tutte le iniziative umanitarie, politiche e giuridiche in soccorso del Popolo Palestinese promosse dall’Onu, dalla Corte Penale Internazionale e dalla Corte Internazionale di Giustizia.
Riconoscere lo Stato di Palestina e insieme a tutti i governi che lo hanno già riconosciuto dare attuazione ad un piano d’azione per fermare il genocidio di Gaza e mettere fine all’occupazione israeliana dei Territori Palestinesi.
Richiedere la sospensione dell’Accordo di associazione tra Unione Europea e Israele, adottare un Regolamento “Sanzioni contro il regime di apartheid in Israele”, interrompere tutti i rapporti commerciali con Israele, in particolare l’esportazione di beni che contribuiscono al rafforzamento militare e tecnologico e vietare l’importazione di merci di qualsiasi genere prodotte in Israele.

 

da “Pressenza” del 25.08.25