giovedì 30 ottobre 2025

da Adista del 20/09/2025

Giubileo Lgbtq+

La convivialità delle differenze

di Gianni Geraci


Ho partecipato in prima persona al gruppo che ha aiutato ad organizzare il pellegrinaggio giubilare promosso dalla Tenda di Gionata. Quando gli organizzatori ci hanno chiesto di fornire informazioni circa il numero dei possibili partecipanti, pur non avendo un’idea precisa, abbiamo detto che avrebbe coinvolto più o meno 500 persone. Ma già a giugno avevamo più di 1000 iscritti. Sono rimasto ancora più sorpreso quando arrivando alla chiesa del Gesù per la veglia organizzata il giorno prima del pellegrinaggio, ho visto la chiesa piena di gente. 

Ho pensato alle tantissime persone Lgbt+ che, nel corso degli anni, sono rimaste nella Chiesa, in attesa di un gesto di inclusione e di accoglienza.

Mi hanno colpito molto le magliette della Tenda di Gionata, indossate da molti, ma anche altre magliette come quelle color petrolio dei membri di Dignity, la più antica associazione Lgbt+ cattolica statunitense. Nel vederle mi è venuta in mente una frase che avevo letto durante un Pride: <<Arrendetevi! Siamo dappertutto>>. Non so se nella Chiesa siamo dappertutto, di certo posso dire che forse, siamo stati dappertutto, solo che, quando eravamo presenti alle tante iniziative che la Chiesa proponeva ai fedeli, lo eravamo in maniera nascosta, timorosi di uscire allo scoperto e di dire che eravamo omosessuali.

E questa della visibilità credo che sia la vera grande novità del pellegrinaggio organizzato dalla Tenda di Gionata: persone che non hanno paura di dire di essere Lgbt+, persone che, come i loro genitori e i loro amici, non hanno paura di dire che si sentono solidali con le persone Lgbt+, operatori pastorali che finalmente non hanno paura di dire che si impegnano, all’interno della Chiesa, per aiutare le persone Lgbt+ a conservare la fede e a non perdere la speranza.

Il 6 settembre di 10 anni fa, vicino a Pavia, si incontravano per la prima volta alcuni rappresentanti dei gruppi di omosessuali credenti e alcuni genitori cattolici di persone Lgbt+, insieme ad alcuni operatori pastorali. Eravamo una ventina di persone che erano state invitate e da quel momento è iniziata quella collaborazione da cui, qualche anno dopo sarebbe nata la Tenda di Gionata, nel cui direttivo sono presenti persone Lgbt+, genitori di persone Lgbt+ e una religiosa che si occupa di pastorale  con le persone Lgbt+.

Non faccio la cronaca dei momenti di preghiera che ci sono stati nella chiesa del Gesù, ma mi limito a ricordare un momento di particolare emozione, regalato da monsignor Francesco Savino (vicepresidente CEI). Dopo aver ricordato che cosa era il giubileo nella tradizione ebraica, ha affermato con forza che: <<E’ l’ora di restituire dignità a tutti, soprattutto a chi è stata negata>>. Le persone si sono alzate in piedi ed è seguito un applauso spontaneo che non finiva più, dando voce ai tanti episodi in cui hanno visto la dignità delle persone Lgbt+ calpestata dai pregiudizi e dalle paure.


Il pellegrinaggio del 6 settembre, 1.500 persone radunate dalla Tenda di Gionata, hanno oltrepassato la Porta Santa di San Pietro. La nostra presenza non era altro che una delle tante presenze all’interno di una Chiesa dove ci dovrebbe essere posto per tutti e per tutte e, quindi, dove finalmente c’era posto anche per noi persone Lgbt+. Nessuno si è scandalizzato per le nostre magliette con il cuore arcobaleno e con la scritta: <<Chi ha paura non è perfetto nell’amore!>>. In quegli sguardi e sorrisi ho pensato che, finalmente, si realizzavano le parole di Tonino Bello quando, parlando della Chiesa, aveva detto che: <<E’ il luogo in cui si realizza la convivialità delle differenze>>.