martedì 14 ottobre 2025

Guai a voi che siete sazi

Ci sono delle malattie il cui puzzo si sente sin dal primo momento quando incontri una persoma che ne è contagiata. Tanto più facile è la diagnosi quanto un po’ tutti ce ne sentiamo addosso qualche virus, proprio perché i germi circolano ovunque: nelle chiese, nei partiti, nei sindacati, nei gruppi e... anche nelle comunitàd di base. Alludo a quella «stanca» che serpeggia e colpisce in modo crescente specialmente da qualche anno.

I figli della sazietà

La «stanca», cioe una stanchezza esistenziale o un frenetico girare attorno a mille nullità (tale malattia conosce, infatti, versioni varianti) senza che si faccia centro sulla ricerca del senso della vita, sembra diventare la classica malatiia di coloro che, si direbbe, non hanno «grossi problemi». Hanno un lavoro, una casa, riescono a permettersi anche di più del necessario e, tutto sommato, la crisi non li ha finora veramente colpiti. Si tratta di una situazione stagnante, sommamente infetta, in cui rischiamo di recitare la parte dei girini che restano prigionieri dello stagno. La lunga sosta di questa stagione storica in cui, crollati i miti, stentano a prendere forma progetti credibili e mobilitanti, rende il clima generale particolarmente adatto allo sviluppo di questa terribile malattia. I figli delle sezietà sono i più colpiti e, in tali casi, anche gli «antibiotici» più efficaci stentano ad incidere. Aggiungi ancora un pizzico di cultura narcisistica che riesce a convincerci che tutto dipende esclusivamente dai guasti delle strutture e che tutto va risolto a livello strutturale, e il quadro si arricchise di contorni.

L’assedio degli agi

L'immobilismo stagnante favorisce un certo «lasciarsi andare» che fa moderno e, anzi, intelligente. Il dolcissimo assedio degli agi rammollisce persino la spina dorsale e mamma televisione ci raccoglie come pulcini che s'addormentano sotto le ali della chioccia protettrice. Gli anni, la stanchezza, le faccenduccie e le precccupazioni di ogni giorno ritornano a farci amare le «sane tradizioni» arricchendole con sempre nuove cose, nuovi bisogni, nuovi consumi divenuti accessibili e presto indispensabili. Le eredità paterne e materne tornano appetibili e il gruzzoletto di risparmi non sembra affatto spregevole.

Le sicurezze diventano panni avvolgenti, fasciature protettrici e. più spesso, una barriera che impedisce di sentire e di vedere oltre, mentre potrebbero rappresentare una base di partenza per una vita più riconciliata, felice e disponibile al dono e all'impegno. In questo clima strisciante alcuni capricci possono diventare necessità e taluni infantilismi vengono chiamati esperienze di libertà. Politica? Occorre trovare un modo alternativo di fare politica e, siccome non si sa qual è, fa «sinistrese» il sorridere dei poveretti che continuano a fare qualcosa. Del resto c’è sempre qualche battaglia stagionale in cui fare qualche rapida comparsa.

La forza mobilitante dell’evangelo

Per quanto il pendio sia invitante, per quanto l'appetito dei bisogni indotti sia forte, chi ha conosciuto i sentieri della liberazione e le gioie intense della vera libertà troverà certamente dei momenti di verifica e di riflessione. Forse si domanderà se per caso i suoi occhi non si siano un po’ ottenebrati e se il suo cuore non si sia un tantino appesantito. La fortuna di vivere in una comunità di fratelli e la grazia di potersi confrontare e rigenerare con la Paarola di Dio infondono speranza a tutti noi che, nella generale e non duratura abbuffata del ceto medio, rischiamo di subire un netto calo della vigilanza. È possibile vivere e gioire di quanto abbiamo senza coltivare l’ingordigia e senza condannarci agli sbadigli della sazietà.

Una annotazione politica

Mi propongo soltanto di offrire qualche riflessione: una politica e le altre evangeliche.

Ricavo e prendo il pensiero dalla studiosa e militante marxista Agnes Heller: «…Dobbiamo escludere la soddisfazione di alcuni bisogni. Si tratta di quei bisogni che non si possono soddisfare per principio, perché puramente quantitativi e perciò riproducibili all'infinito. I bisogni puramente quantitativi sono quelli nella soddisfazione dei quali un uomo diventa per l'altro un puro strumento. Questi sono bisogni estraniati, anzi, sono i bisogni estraniati per eccellenza. Il bisogno di possesso, il bisogno di potere e il bisogno di ambizione: questi tre bisogni non possono e non devono mai essere soddisfatti completamente. Infatti, se essi vengono soddisfatii, la grande maggioranza degli uomini non potrà più soddisfare altri bisogni» (3).

Provocazioni evangeliche

Il Vangelo di Luca è ricco di richiami alla vigilanza: «State bene attenti che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita» (Lc. 21:34). Un cuore assediato dalle «Cose» e prigioniero degli oggetti non si libra più negli spazi profetici e si adagia. Le persone che «hanno tutto» sono sovente di una penosa normalità proprio perché, mancando il pungolo della necessità, affogano nella sazietà.

La cena del Signore diventa superflua per chi è già sazio di sé e delle sue cose. Quando si è fasciati di sicurezze perisce anche la fame e la sete della volontà di Dio, della giustizia e della ricerca.

Del resto quando noi, nel Padre nostro, chiediamo al Signore il pane che ci è necessario ogni giorno, non gli domandiamo forse anche che ci aiuti a liberarci dal superfluo? Penso che sia un risvolto della grande preghiera insegnataci da Gesù che non prendiamo ancora sul serio. Ma che senso ha chiedere il necessario e trattenere il di più? Non spetta forse il mio superfluo a chi non ha il necessario? Non cerchiamo scuse: la comunione con i miserabili è possibile a chi ha il cuore aperto ed è disponibile ad una pratica di spossesso.

I cristiani devono reimparare anche a resistere a se stessi per vivere nella libertà dei figli di Dio. La capacità di fruire gioiosamente dei doni di Dio non è per nulla in contrasto con un'ascesi costruttrice e liberante. Diversamente scriviamo manifesti di libertà, ma non percorriamo sentieri di liberazione.

Modena, don Franco Barbero 1972