mercoledì 15 ottobre 2025

Il Papa riforma le finanze: via “l'esclusiva” allo Ior che era stato risanato da Francesco

Si torna a parlare di finanze vaticane, ma stavolta non per qualche scandalo, ma per un riordino interno  all’insegna della “condivisione”. Lo Ior, l'Istituto per le opere religiose, cioè la banca vaticana, smette di essere l’attore privilegiato delle operazioni finanziarie della Santa Sede come aveva previsto papa Francesco.

Leone XIV, infatti, con il Motu proprio in forma di Lettera apostolica, Coniuncta Cura, ha deciso di togliere proprio allo Ior l'esclusività dell'amministrazione bancaria.

“Nel determinare le attività di investimento finanziario della SantaSede – si legge - l'Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica generalmente fa effettivo uso della struttura organizzativa interna dello Ior”. "Corresponsabilità nella communio - scrive Leone rifacendosi a quanto giàa scritto dal suo predecessore - è uno dei principi per il servizio della Curia Romana”, “come stabilito nella Costituzione Apostolica Praedicate Evangelium”, del 19 marzo 2022. Questa responsabilità condivisa, che riguarda anche le Istituzioni curiali alle quali spettano le attività di investimento finanziario della Santa Sede, richiede che siano consolidate le disposizioni succedutesi nel tempo e siano ben definiti i ruoli e le competenze di ciascuna Istituzione, rendendo possibile la convergenza di tutti in una dinamica di  mutua collaborarione”.

Si arriva così alla sostanza, l’abrogazione del Rescriptum intitolato “Istruzione sull’Amministrazione e gestione delle attività finanziarie e della liquidità della Santa Sede e delle Istituzioni collegate con la Santa Sede”, del 23 agosto 2022 con cui papa Francesco “correggeva” proprio la Predicate evangelium. In quella disposizione si precisava che la stessa Costituzione Apostolica dovesse interpretarsi “nel senso che l'attività di gestore patrimoniale e di depositario del patrimonio mobiliare della Santa Sede e delle Istituzioni collegate con la Santa Sede compete in via esclusiva allo Ior”. Adesso, invece, si dovrà operare in modo condiviso. E sembra proprio questa la volontà fondamentale del Papa: ridurre quelle discrezionalità di Francesco e inviare alla Chiesa un segnale di collegialità e di ordine interno. Va anche detto che lo Ior di Francesco era stato ampiamente risanato e che, proprio nel corso del 2025, aveva staccato un dividendo di 14 milioni per le casse vaticane. Senza contare che così facendo il Vaticano si apre a disponibilità finanziarie dell’universo bancario, istituti statunitensi compresi.  SAI CAN

Il Fatto quotidiano, 7 ottobre