Nota: In alcune città piemontesi come Pinerolo e dintorni sono molte le donne che partoriscono. Ne conosco parecchirie.
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Dio nel deserto. Le Chiese e lo spopolamento delle aree interne
DONATO DI SANZO Ricercatore di Storia all’istituto di Studi sul Mediterraneo - ISMed del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Napoli.
Lo spopolamento delle aree interne italiane rappresenta una crisi demografica ed economica profonda, con un milione di residenti persi solo nel mezzogiorno negli ultmi ventanni e proiezioni di ulteriori 8 milioni entro il 2080. In questo contesto, le Chiese svolgono un ruolo cruciale, cercando di adattare la loro presenza pastorale e sociale a comunità sempre più ridotte e con poco o nullo ricambio generazionale.
Lo spopolamento delle aree interne è uno degli argomenti più dibattuti e studiati nell’Italia del tempo presente. Finalmente rubricata come questione nazionale, perché in grado di interessare tanto la comunità dell’arco alpino quanto i piccoli comuni dell’entroterra siciliano, l’emorragia di popolazione che riguarda numerose aree della penisola viene rappresentata attraverso diverse espressioni e locuzioni:
si parla di “Italia vuota”, di “Italia lontana” o di “Italia estrema”, si evocano la “desertificazione” e la “glaciazione demografica”, mentre quando si prova a immaginare la possibilità di invertire i trend e, quindi, di ripopolare le aree interne, si ricorre a categorie più o meno fortunare, come la “restanza” e, da ultimo, la “tornanza".
In ogni caso, in una situazione generale nell'ambito della quale è ormai difficile distinguere cause e conseguenze, tutto si riconduce a un campionario di dinamiche e fenomeni di natura sociale ed economica che, grosso modo, accomunano tanti territori dello stivale interessati da una drastica riduzione dei residenti.
UNO “TSUNAMI DEMOGRAFICO”
Nelle aree interne che si spopolano, l’emigrazione è strettamente legata alla depressione economica, la contrazione dei servizi e dei presidi è connessa a un profondo invecchiamento della popolazione, l'abbandono delle aree urbane (soprattutto dei centri storici) è in relazione con problemi di viabilità e mancata manutenzione dell’esistente. Sono i dati e le proiezioni, tuttavia, a rendere chiaro come vastissime aree della penisola italiana siano alle prese con un fenomeno epocale, potenzialmente in grado di determinare la scomparsa di intere comunità di residenti.
L’ Associazione per lo sviluppo dell'industria nel Mezzogiorno (Svimez), ad esempio, ha parlato di uno “tsunami demografico” incombente sulle regioni meridionali e sulle loro aree interne, che già hanno perso più di un milione di residenti negli ultimi vent'anni e che, secondo le previsioni, ne perderanno altri 8 milioni entro il 2080.
Si tratta, quindi, di una tendenza che, per le sue proporzioni, riguarda e continuerà a riguardare tutti gli aspetti della vita economica e sociale in pezzi considerevoli dell'Italia di oggi.
E, nell'ambito del gigantesco dibattito che ne deriva, anche le Chiese stanno prendendo voce in maniera significativa.
da Confronti, settembre '25