Perugia-Assisi, la lunga marcia contro le guerre "Siamo in 200 mila e chiediamo giustizia"
Caterina Malanetto La Stampa13/10
Ieri mattina, la pianura umbra si è riempita di passi. Lenti, decisi, tutti diversi. Studenti e insegnanti, gruppi scout, sindaci con la fascia tricolore e genitori con i bambini sulle spalle. Un fiume di oltre 200 mila persone, secondo gli organizzatori, si è messo in cammino da Perugia ad Assisi per la Marcia per la Pace e la Fraternità, lo storico appuntamento fondato nel 1961 da Aldo Capitini, filosofo e politico perugino conosciuto come il "Gandhi italiano".
Sotto lo slogan «Imagine all the people», il corteo ha percorso 24 chilometri accompagnato da bandiere multicolori e palestinesi, insieme ai simboli delle Acli, di Greenpeace, della Cgil, con il suo segretario Maurizio Landini in testa. «Non chiamatela marcia per la pace, è una marcia per la giustizia», ha detto Flavio Lotti, coordinatore della Tavola per la Pace. «Qualcuno ha tentato di boicottarla, ma la pace non si boicotta», ha aggiunto.
Tra le file del corteo, anche la segretaria del Pd Elly Schlein, il leader del Movimento 5 stelle Giuseppe Conte per il Movimento 5 Stelle, Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli per Alleanza Verdi Sinistra. Schlein ha ricordato l'articolo 11 della Costituzione, quello che «ripudia la guerra», e ha rilanciato: «Pace per i palestinesi significa riconoscimento pieno dello Stato di Palestina e fine dell'occupazione illegale in Cisgiordania. Continuiamo a mobilitarci per una pace giusta in tutti i conflitti che devastano il mondo». Un percorso lungo e faticoso, ma condiviso, culminato con l'arrivo alla Rocca che sovrasta Assisi. Lì un palco ha accolto alcune testimonianze, tra cui quella di Mona Abuamara, ambasciatrice della Palestina. Il suo intervento è coinciso con un momento di tensione, quando l'ambasciatrice è stata interrotta bruscamente: «Concludi in fretta, non sei nel programma. Il pubblico vuole vedere Francesca Albanese», l'hanno ammonita gli organizzatori. A riportarla al microfono sono state proprio Albanese, relatrice speciale dell'Onu, insieme all'attrice Anna Foglietta: «la sua testimonianza è importante», hanno detto Albanese e Foglietta. «Non fermate la voce del mio popolo, soprattutto quando sentite il suono delle bombe», ha concluso Abuamara. Poi Albanese ha preso la parola, accompagnata da un lungo applauso: «Questo momento è come un parto: duro, ma necessario per far nascere una realtà più giusta. La giustizia passa anche dai nostri tribunali, da quelli dell'Aia a quelli delle nostre città. Dopo due anni di genocidio, nessuna pace è possibile senza la fine della violenza e il riconoscimento del popolo palestinese».
Ai partecipanti anche il messaggio del Papa, che ha invitato a sostenere «l'impegno degli Organismi internazionali in favore di soluzioni rispettose dei diritti di ciascuno e capaci di creare condizioni necessarie perché finalmente all'odio subentri l'amore, all'offesa il perdono». —