domenica 16 novembre 2025

da Adista - luglio 2025

Vita oltre la morte

di Daniela Nucci


La cultura scientifica occidentale è letteralmente intrisa, dominata dal materialismo, teoria filosofica secondo la quale tutto ciò che esiste è la materia e le forze fisiche che agiscono su di essa. Per il mondo scientifico la visione materialistica è un vero e proprio dogma. Oggi tuttavia alcuni scienziati stanno cominciando a mettere in discussione questo principio. La neurofilosofia, ad esempio, è una disciplina che rappresenta una scienza interdisciplinare tra le neuroscienze e la filosofia. Il dibattito interno a essa riguarda la coscienza. Alcuni ricercatori ritengono che tutto fa capo al cervello, anche la coscienza e quando l'attività cerebrale, con la morte, si spegne, si spegne anche la coscienza e resta il nulla.

Fra gli scienziati c'è invece chi pensa che la coscienza esista indipendentemente dal cervello e sopravviva al corpo anche dopo la morte. Fino ad oggi la scienza materialistica ci ha insegnato che nella creazione della realtà si parte dalla materia la quale dà origine alla vita e questa alla coscienza. L’idealismo scientifico segue invece un processo inverso: parte dalla coscienza, passa alla materia e quindi alla vita. In definitiva, secondo questa seconda corrente di pensiero la sostanza prima non è materia ma coscienza. Anche gli studi della fisica quantistica sono indirizzati in questo senso.

Come sapevamo già 5000 anni fa gli Advaita Vedanta, scuola filosofica e spirituale dell’induismo, la realtà ultima del mondo non è duale, ma unica ed è coscienza. Oggi, anche in Occidente, è dalla scienza (o quantomeno da una parte di essa) che si arriva a teorizzare che esista la vita oltre la morte, che non esista solo la materia ma anche qualcosa che la precede. Un tempo erano le religioni a occuparsi della vita oltre la morte, della sopravvivenza dell’anima. Da sempre l'uomo ha creduto (o sperato) nell'immortalità dell’anima. Basti pensare che fin dal paleolitico gli uomini hanno lasciato testimonianze del culto dei morti; nella religione e filosofia egizia questo culto era profondamente radicato perché quel popolo credeva in una vita dopo la morte; per greci e romani l'anima sopravviveva nell'oltretomba: l’Ade per i greci, gli Inferi per i romani; per gli ebrei lo Sheol indicava il mondo sotterraneo, la dimora dei morti, luogo non di punizione o giudizio definitivo, ma uno stato di esistenza nell'aldilà; per il cristianesimo la concezione di una vita nell’aldilà è strettamente legata alla fede nella risurrezione dei morti e la morte non è vista come una fine definitiva ma un passaggio a una nuova forma di esistenza. Anche islam, buddismo, induismo, taoismo ecc… pensano che la vita continui dopo la morte e che non termini con la fine del corpo e l'attività del cervello. Possiamo pertanto dire a ragione che il problema della sopravvivenza della coscienza ha interessato da sempre l'uomo, anche se molti ritengono che tale concezione derivi dalla non accettazione della finitezza umana.

Oggi, attraverso studi, esperimenti di laboratorio, ricerche si è arrivati a ritenere che noi non siamo corpo con una coscienza, ma coscienza con un corpo. Quest'ultimo dopo la morte si decompone, mentre la coscienza rimane. In questo ambito la psicoterapia cognitivo-comportamentale, la ricerca psichica e gli studi sulla NDE (Near-Death Experience, cioè esperienze ai confini della morte) esplorano il mistero della vita dopo la morte, condividendo evidenze scientifiche e testimonianze su ciò che accade post mortem.

Anche la parapsicologia è divenuta una branca importante degli studi scientifici sulla sopravvivenza dell'anima e si occupa di fenomeni che non sono spiegabili dalle attuali leggi scientifiche conosciute, dal momento che includono esperienze umane eccezionali come la telepatia, la chiaroveggenza, la psicocinesi, la precognizione, la visione remota… Queste branche della ricerca esplorano il mistero della vita dopo la morte condividendo esperienze scientifiche e testimonianze sull’evidenza di quella che è definita “la verità incredibile”, ossia il fatto che, in maniera che ancora non comprendiamo, la coscienza e la personalità umana sembrano sopravvivere alla morte del corpo.

Ciò che religioni e spiritualità hanno sempre saputo - cioè che la vita non muore - oggi sembra essere avvalorato anche dalla ricerca scientifica: i due mondi finalmente si stanno sempre più avvicinando.