sabato 8 novembre 2025

da Il Fatto Quotidiano del 04/11/2025

“Qui in Darfur manca tutto e l’assedio porterà la carestia”

di Roberta Zunini


Decine di video, filmati e immagini satellitari arrivate da El Fasher raccontano la sorte delle oltre 200 mila persone intrappolate in città mentre sarebbero circa 35 mila i civili che sono riusciti a raggiungere il campo profughi della città di Tawila, a 40 chilometri dal teatro del massacro che ha coinvolto persino l’ospedale, zeppo di pazienti e abitanti in cerca di rifugio.

L’ufficio delle Nazioni Unite per il Coordinamento degli Affari Umanitari (OCHA) ha affermato che a Tawila, le Nazioni Unite e i partner locali stanno lavorando per registrare i nuovi arrivi e fornire supporto di emergenza, ma persistono enormi lacune, tra cui materiali per costruire ripari, medicinali e forniture per la cura dei traumi, assistenza alimentare e supporto psicosociale.

L’ Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) ha stimato che almeno 62 mila persone siano state sfollate da El Fasher e dalle aree circostanti tra il 26 e il 29 ottobre, con l’insicurezza lungo le rotte che continua a limitare gli spostamenti. Anche la situazione umanitaria nello Stato del Kordofan settentrionale rimane allarmante, ha affermato L’OCHA, citando le stime dell’Oim secondo cui questa settimana circa 36 mila persone sarebbero state sfollate dalla città di Bara, a nord della Capitale dello Stato, El Obeid. L’ufficio ha affermato che fonti locali continuano a condividere segnalazioni estremamente preoccupanti di civili sfollati rapiti e vittime di estorsioni.

L’OCHA ha rinnovato l’appello per nuovi finanziamenti flessibili, essendo stato finora coperto meno di un terzo del piano di risposta da 4,2 miliardi di dollari.

Anche Intersos spera che i donatori aumentino o aumentino le donazioni, come sottolinea Fabrizio Cavalazzi, vicedirettore regionale dell’organizzazione Umanitaria italiana. Cavalazzi si trova a Tawila dove sta coordinando i soccorsi agli sfollati.

Quanta gente è arrivata finora in città?

In totale in città ci sono dalle 200 mila alle 300 mila persone, dall’inizio degli scontri. L’ultima ondata è di circa 8 mila persone. Molte presentano ferite da arma da fuoco e disturbi post-traumatici. Attendiamo altre ondate, ma siccome l’asse stradale principale tra El Fasher e Tawila per ora rimane insicuro, molti abitanti sono ancora bloccati e noi non possiamo realizzare presidi su quella rotta. Le autorità locali di Tawila ci informeranno non appena la situazione migliorerà.

C’è anche il rischio di una carestia imminente?

A El Fasher e nelle zone che accolgono gli sfollati c’è il rischio di una pressione sulle comunità ospitanti e sui mercati, quindi malnutrizione dovuta al rischio di non potere soddisfare la richiesta alimentare in favore degli sfollati nelle aree in cui si trovano. Molti degli sfollati arrivati qui sono già malnutriti. Se l’assedio a El Fasher proseguirà, soprattutto i più deboli, come i bambini, finirebbero per non avere più nulla da mangiare.

Quanti sono gli sfollati arrivati finora a Tawila?

Quelli registrati a oggi sono circa 1500-2 mila come famiglie, ovvero circa 7500-10 mila persone dal 26 ottobre 2025. Nel primo centro di registrazione ne sono arrivati dallo scorso aprile 300 mila. Ma è difficile dirlo con assoluta certezza perché ci sono altri punti di ingresso. Questa è una delle difficoltà che incontriamo. Gestire la situazione è molto complesso quando non si ha la situazione sotto controllo in termini di arrivi. Il centro di registrazione è stato allestito solamente adesso per l’ondata di sfollati in provenienza da El Fasher dal 26 ottobre.

Intersos cosa sta facendo nello specifico?

Stiamo predisponendo una clinica mobile, ovvero un gazebo nella cosiddetta zona di transito dove ci saranno un medico, un infermiere e un’ostetrica. Inoltre distribuiremo kit di prima necessità e kit di igiene e faremo primo supporto psicosociale.

Lei cosa pensa di quanto sta accadendo in generale in Sudan dall’inizio della guerra civile due anni fa?

Si tratta della maggiore crisi umanitaria del mondo.