lunedì 10 novembre 2025

da Viottoli di febbraio 2011

Nella notte Dio non tace  (1 Samuele 3,1-10)

di Fiorentina Charrier


Ho scelto questo brano notturno anche perché è l'ultima eucaristia che si svolge quando è già notte. 

Per situare storicamente questo brano può essere utile ricordare che in Israele è finito il tempo dei giudici e il popolo vuole avere un re. La situazione è di grande corruzione, sia a livello religioso che politico. Non c'era ancora il Tempio, ma c'era un piccolo santuario come luogo di preghiera per il popolo. Ma i gestori del santuario, i figli di Eli, fanno man bassa delle offerte della gente.

A livello politico la situazione non era migliore:  le tribù erano in lotta tra di loro e chi ne pagava le conseguenze erano i più deboli, spesso soggetti alla prepotenza dei più forti.

Era davvero notte in tutti i sensi, sia sul piano politico che religioso.

Mi pare significativo che Dio "parli" proprio nel cuore della notte.

Certamente il brano è una costruzione letteraria e teologica, ma il significato è evidente: Dio non ci abbandona nelle nostre notti.

E’ facile che il nostro pensiero corra alla situazione di oggi. Più notte di così, nella chiesa e nella società, è davvero difficile da immaginare. A mio avviso il brano trasmette a noi un messaggio di speranza, perché nella notte non siamo né perduti né disperati. Piuttosto ci invita ad essere disponibili, come Samuele, a cercare di capire cosa Dio vuole da noi… insomma a metterci in movimento.

Se ci pensiamo un po’ quest’anno ci ha lanciato molti messaggi e come cristiani e cristiane siamo interpellati a prendere posizione, a fare delle scelte. La Parola di Dio spesso ci arriva attraverso i fatti della vita e della storia. 

Nel brano che continua c'è un versetto che mi piace ricordare: "Samuele non lasciò cadere a terra nessuna parola di Dio, nessun messaggio”.

Questo è un augurio che possiamo farci stasera: saper accogliere e raccogliere gli stimoli dalla Parola, dalla vita e dalla storia, consapevoli che anche noi, come Samuele, lentamente ci risvegliamo alle nostre responsabilità.