Salmo 149 (2020)
1 Alleluia.
Cantate all'Eterno un cantico nuovo,
cantate la sua lode nell'assemblea dei fedeli.
2 Si rallegri Israele in colui che lo ha fatto,
esultino i figli di Sion nel loro re.
3 Lodino il suo nome con danze,
salmeggino a lui con il timpano e la cetra,
4 perché l'Eterno prende piacere nel suo popolo,
egli adorna di salvezza gli umili.
5 Esultino i fedeli nella gloria,
cantino di gioia sui loro letti.
6 Abbiano in bocca le alte lodi di Dio,
e una spada a due tagli in mano
7 per fare vendetta delle nazioni
e infliggere castighi ai popoli;
8 per legare i loro re con catene
e i loro nobili con ceppi di ferro,
9 per eseguire su loro il giudizio scritto.
Questo è l'onore che hanno tutti i suoi fedeli.
Alleluia.
Si parla di catene, ceppi, vendetta; il salmista si sente impegnato a onorare la sua missione è certo che avrà successo, perché la sentenza da eseguire è un giudizio già scritto; forse immaginato come un giudizio fissato dall’inizio dell’alleanza, se consideriamo che un Targum, cioè una delle traduzioni aramaiche, aggiunge “scritto nella Torah”.
Qualcuno ha letto il salmo 149, ed è possibile che fosse anche questa la sua origine, come un canto di guerra santa; in questo senso, sembra che si possa ritenere uno dei salmi più recenti, da attribuire al tempo dei Maccabei. Se é cosi, si potrebbe considerare quindi come il canto di battaglia dei chassidim fedeli alla Legge, che prendevano le armi per difendere la loro religione contro gli invasori che si erano insediati in Israele. Di qui, una questione che non può essere elusa: ed è che in qualsiasi epoca questo salmo possa essere stato composto o recitato, c’é stata nei credenti la tentazione di interpretarlo a loro modo per trasformarsi in violenti militanti, tentazione di pensare ai salmi anche come una chiamata alle armi.
Ravasi, nel suo commento, ha delle note molto interessanti per mostrare come questo salmo veniva letto quando la Chiesa benediva le armate in partenza per una campagna militare. Ci sono vari esempi, in diverse epoche della cristianità, in cui si cantava il salmo 149 prima di scendere in battaglia. In questo senso questo salmo ci porta a rivivere le esperienze tragiche che da sempre hanno insanguinato il mondo con le guerre sante rivolte contro gli ‘eretici’, o gli 'infedeli', con le guerre di conquista per imporre agli altri la conversione al nostro credo, per affermare il fanatismo integralista. Ma sono queste le armi di cui si parla qui? Oppure questo grido di guerra, così come esso è elaborato e nella sua forma letteraria, invita piuttosto ad andare oltre, in un senso escatologico? La tradizione posteriore, ed è ricchissima, lo ha riletto in questa chiave: la guerra sarebbe quella tra il bene e il male, tra il popolo dei credenti e l'Impero della menzogna, mentre la spada a doppio taglio (“a doppia bocca”, secondo l'espressione originale di per sé intraducibile) é vista come simbolo della parola di Dio che sconfigge tutte le ideologie e i poteri umani. C’é un commento ebraico che dice che la spada a due tagli si riferisce alla Torah scritta e a quella orale; san Girolamo identifica i due tagli con Antico e Nuovo Testamento. Addirittura, il verso “le lodi di Dio sulla loro bocca e la spada a doppio taglio nelle lore mani” si potrebbe effettivamente tradurre anche in un senso diverso: “Le lodi di Dio sulla loro bocca come spada a due tagli nelle loro mani”. Cioé: Le lodi come una spada, sono loro ad essere la spada dei credenti; l’unica loro arma è la lode di Dio che risuona sulla loro bocca. Il Midrash dei Salmi commenta in questo senso:"Il santo, sia egli benedetto, dice: poiché le mie preghiere sono sulla vostra bocca, io combatterò per voi per liberarvi dall’esilio della schiavitù. Così la Scrittura afferma che la bocca di Israele é la loro spada, come è detto una spada di bocche nelle loro mani". L'arma è il canto di lode, un po’ come sembrava suggerire Isaia quando scriveva (30, 15-16: “La pace e la dolcezza saranno la vostra salvezza, la quiete e la confidenza saranno la vostra forza. Ma voi avete detto: No, noi fuggiremo sui cavalli!”). Osservava E. Zenger che la vendetta di Dio non è una vendetta militare, ma è quella che mira a vincere il male con il suo regno. Dio nel suo giudizio vuole rimettere tutto a posto, cioé rimetterlo nel giusto posto”.
Nella lettera agli Ebrei (4, 12) leggiamo che la parola di Dio è viva ed efficace, “più tagliente di ogni spada a doppio taglio. Scruta i sentimenti e i pensieri dei cuori”. Il salmo, come il cavaliere dal cavallo bianco dell’Apocalisse, sembra dire quindi che la definitiva vittoria sul male si realizzerà con la spada della parola di Dio. Anche Gesù nel Vangelo parla tante volte di spada, ma non di quella di ferro, bensì di quella della Parola e del suo messaggio. Lo incontriamo triste, deluso, ogni volta che qualcuno al suo seguito interpreta alla lettera i suoi riferimenti alla “spada”. Così, nella redazione di Matteo egli invita Pietro a riporre l’arma, perché si ritorcerà contro chi la usa; e allo stesso modo, in quella di Luca, quando inviterà a procurarsi una spada per armarsi per il momento presente, e gli risponderanno “Ecco qua due spade!” (Lc 22, 36-38) risponderà “Basta!” troncando un discorso che i discepoli dimostrano di non capire in profondità.
La Bibbia ci dice che il messaggio di Dio supera le armi. Potremmo dire dunque che l'armatura del credente è quella che consiste nel seguire la Parola, e cioé nell’amore per i nemici, nell’essere capaci di non odiare.
Anonimo, da Confronti giugno 2020