Questo è il canone per la celebrazione di oggi, preparato da Francesco Giusti.
La celebrazione inizierà alle ore 10:00.
Ci si potrà collegare già a partire dalle 9:45.
Il link per collegarsi è:
meet.google.com/ehv-oyaj-iue
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Un passo dopo l’altro
Comunità di base di Pinerolo via città di Gap
P. Saluto all'assemblea e invito al silenzio
G. Che bello rivederci per “costruire” insieme questa celebrazione di lode a Dio, per confrontarci, per ascoltarci, per crescere nella fede e nelle nostre relazioni. Noi arriviamo qui con le nostre gioie, con le nostre lacrime, con le nostre fatiche, con i nostri affanni, con i nostri affetti, le nostre speranze e i nostri progetti. Mettiamo tutto davanti a Dio.
1 O Dio, io guardo con fiducia verso di Te. Anch’io “corro” verso la Tua parola, come la cerva anela ai corsi di acqua.
2 Liberami dalle funicelle delle mie illusioni e, soprattutto, riscalda il mio cuore tiepido: Tu, fiamma che tieni accesa la mia lampada.
T. Non lasciarci vagare nei sentieri del nulla, non lasciarci accomodare in quell’indifferenza che conduce, passo dopo passo, all’egoismo.
1 Ti preghiamo perché le apparenze non ci incantino: liberaci dal pericoloso abbraccio delle comodità.
2 Tu sei il Dio che chiama e risveglia. Tu renderai fecondo il nostro albero di vita.
T. Molti sono nella vita i giorni d’inverno e molti sono addirittura i giorni d’inferno per le guerre, le violenze, le discriminazioni.
1 Non lasciare che ci abituiamo all’iniquità e infondi nei nostri cuori tanta sete di giustizia.
2 Aiutaci a modellare in noi un cuore nuovo che ogni giorno si riaccenda come il sole.
LETTURE BIBLICHE: Matteo 11, 16-19
16Ma a chi paragonerò io questa generazione? Essa è simile a quei fanciulli seduti sulle piazze che si rivolgono agli altri compagni e dicono:
17vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non avete pianto.
18È venuto Giovanni, che non mangia e non beve, e hanno detto: ha un demonio.
19È venuto il Figlio dell'uomo, che mangia e beve, e dicono: ecco un mangione e un beone, amico dei pubblicani e dei peccatori. Ma alla sapienza è stata resa giustizia dalle sue opere.
PREDICAZIONE di Francesco Giusti
All’inizio ho fatto un po’ fatica ad interpretare la similitudine proposta da Matteo. Mi ha rassicurato leggere che anche Rinaldo Fabris nel suo commentario afferma che questa similitudine non sembra a prima vista coerente. Non si capisce se “questa generazione” è paragonata ai fanciulli dentro la piazza che non vogliono stare al gioco o alle lamentele dei loro compagni che, seduti intorno alla piazza li invitano a giocare a simulare le nozze, danzando al suono del flauto, o a fare il funerale, lamentandosi e piangendo.
Dopo un po’ però mi è parso più semplice non cercare di seguire in modo troppo “letterale” quello che Matteo ha scritto, cercando piuttosto di andare al nocciolo di quello che voleva esprimere.
Non è un caso che la liberazione debba avvenire proprio nel deserto, nel nulla del deserto. Ma nel deserto Dio è pronto a rispondere e a venire incontro a questo popolo in difficoltà, che si lamenta: I doni dell’acqua e del cibo sono doni di Dio provvidenziali per il loro sostegno. Proprio lì nel deserto dove le risorse sono effimere c’è il dono del cibo. C’è il dono dell’acqua dove sembra che ci siano solo rocce.
Quando parla di “questa generazione” si riferisce agli israeliti del tempo di Giovanni e Gesù che non hanno “capito” i loro messaggi. Matteo ci dice che la loro reazione è stata in entrambi i casi una reazione “fuori tempo”. La maggioranza dei contemporanei e conterranei di Gesù e Giovanni non è riuscita a sintonizzarsi con il modo in cui Dio si è rivelato e ha agito nella storia tramite questi due profeti.
Da un lato non hanno colto l’importanza del richiamo alla rigorosità, alla coerenza, alla serietà e alla costanza dell’impegno che si è manifestata nell’ascetismo di Giovanni. Non riuscendo a capire il suo messaggio hanno finito per accusarlo di essere posseduto da un demonio.
Dall’altro lato hanno frainteso l’invito alla fiducia e al liberarsi dalle proprie prigioni, che è venuto da Gesù e dal suo Dio che perdona e ci è vicino. Non hanno capito la coerenza evangelica di Gesù, che lo ha spinto ad una sana rivisitazione delle regole e delle prassi ebraiche, a non perdersi in eccessi di burocrazia, tenendo piuttosto lo sguardo fisso sull’obiettivo del vivere già qui ed ora il regno di Dio.
Il suo invito alla creatività e alla gioia evangelica è stato letto negativamente come debolezza, di qui l’accusa di essere un mangione e un beone.
Matteo ci dice di non fermarci alla superficie, ma di intraprendere piuttosto un cammino senza mai perdere la sintonia con Dio, rimanendo “sincronizzati” con la sua volontà. Ci invita a mantenerci pronti, quando necessario, anche a cambiare direzione, a conservare la nostra capacità di convertirci, riadattandoci continuamente alla realtà mutevole, facendo sempre riferimento all’indicazione della bussola evangelica.
Dio ci chiama ad attualizzare continuamente il suo messaggio ad incarnarlo incessantemente nella realtà che muta. Se non si fa questo, si rischia di perdere la sintonia con Lui, di andare fuori tempo dimenticando ciò che è importante e perdendo un sacco di tempo in cose poco significative.
Il brano si conclude con il versetto 19: “Ma alla sapienza è stata resa giustizia dalle sue opere”. Mi pare che con questa frase Matteo voglia dirci che ciò che più conta sono le opere, ovvero come si opera, quanto la nostra vita è coerente con il messaggio evangelico, quando siamo vicini a chi è oppresso, emarginato o escluso, quanto riusciamo a andare oltre i nostri piccoli interessi egoistici personali e di gruppo.
Non conta dove si opera, in una parrocchia cattolica, in una sinagoga, in un tempio valdese o nella sede di una comunità di base, ma come si opera, rimanendo calati nella propria realtà, in rapporto con le sue dinamiche mutevoli e sintonizzati col vangelo.
LIBERI INTERVENTI
G. Come potremo, o Dio, scoprire la Tua presenza e vedere la Tua opera in questo mondo in cui occupano la scena tanti faraoni?
1 Dove possiamo vedere la Tua mano liberatrice, Dio che cammini con noi eppure Ti nascondi?
2 Ogni giorno vediamo il trionfo degli arroganti, mentre fiumi di sangue scorrono su tutta la terra.
T. O Dio, nella fiducia che vogliamo riporre in Te, oggi noi rinnoviamo il nostro impegno a camminare sulla strada di Gesù di Nazareth e ripetiamo il gesto che egli compì con i suoi amici e le sue amiche, prima di essere pro- cessato e poi crocifisso. Egli prese nelle sue mani il pane della mensa e, dopo aver alzato gli occhi al cielo per benedire il Tuo nome dolce e santo, lo divise dicendo: “Prendete e mangiatene tutti. Questo pane che spezziamo e mangiamo, sotto lo sguardo di Dio, è il segno della mia vita, riassume il significato della mia esistenza. Se ogni giorno voi condividerete i doni che Dio vi ha fatto, davvero farete corpo con me, sarete il mio corpo, la mia vita nel mondo”.
P. PREGHIERA di CONDIVISIONE
COMUNIONE
PADRE NOSTRO
G. Siamo piccole creature sparse nell’immensità: ci affidiamo a Te, Dio che ami chi è debole. Come Aronne vorremmo dire: “Manda un altro”, ma è proprio al mio cuore di piccola creatura che Tu rivolgi l’invito a muoversi verso l’amore. Tu tieni in gran conto ogni nostro piccolo passo.
1 Tu, o Dio, hai la pelle nera dello schiavo, hai il volto disperato della bimba abusata, Tu ascolti il grido di chi è abbandonato/a, Tu sei vicino a chi abita una terra straniera.
2 Aiutaci, o Dio, a non spegnere nessuna fiamma, a non tagliare le ali a chi vola verso la felicità, a non vanificare mai il seme della Tua parola.
1 E poi insegnaci a seminare anche tra le pietre, a salutare ogni giorno che ci viene concesso come un nuovo tempo di fiducia e di costruzione.
PREGHIERE SPONTANEE
G. Fratelli e sorelle, riceviamo dalla mano di Dio questa giornata di riposo. Andiamo nelle vie del mondo, al nostro lavoro, custodendo nel nostro cuore la promessa di Dio.
Accogliamo il dono del senso della vita che ci viene dal Signore.
Ricordiamoci di Dio nei nostri giorni. Non disperdiamoci nelle sciocchezze, nelle stupidità, nelle cose vane.
Francesco Giusti, 23 novembre 2025
(canone tratto da “preghiere eucaristiche”, vol.2 p.16)