A TE DIO DEI POVERI. 1972
O Padre noi sappiamo
che il Tuo amore non è una parola,
che resti fedele alle Tue promesse.
Ma sotto i nostri occhi regna l’ingiustizia, o Padre,
e ogni giorno cresce la disperazione dei poveri.
I Tuoi figli più deboli
sono usati come cose e numeri,
in balia del capitale e dei padroni.
Padre, dov'è la Tua immagine
e somiglianza in loro,
quando ogni dignità é offesa e calpestata?
O Dio, che fai giustizia:
Tu vedi tutto questo.
Quando saranno liberi i poveri della terra?
Perché deve il povero pensare
che Tu non ascolti?
Quando porrai fine alla sua oppressione?
Non giunge forse a Te, o Padre,
il gemito dei prigionieri,
dei torturati e dei perseguitati dal potere?
Chi non ha casa, amici, salute e lavoro
dovrà forse pensare
che anche Tu lo hai abbandonato?
Perché, non si fa giusnzia
del sangue di ogni Abele,
che grida a Te, o Padre, da questa terra?
Fino a quando l’empio
continuerà a spassarsela
e i poveri dovranno soffrire ingiustizia?
Fino a quando continuerà il dolore del cieco,
fino a quando il malato
sarà emarginato come un lebbroso,
fino a quando il pazzo
sarà rinchiuso come in una prigione,
la Tua promessa, o Padre, rimarrà incompiuta.
Fino a quando i figli saranno per una donna
un'imposizione e non una scelta,
una violenza subita e non frutto d'amore,
una maledizione e non una benedizione,
la Tua promessa, o Padre, rimarrà incompleta.
Ma Tu ci conosci: Tu conosci la nostra poca fede.
Noi non sappiamo neppure cosa chiederTi
e come chiederTelo:
forse pregando così
vorremmo dispensarci dalla lotta
e attendere tutto dalle Tue mani senza fatica.
Ci venga incontro la luce del Tuo Spirito.
Egli ci insegni a pregarTi correttamente,
non per sottrarci all’impegno per la giustizia,
ma per avere la forza di compiere la Tua volontà.
Ma Tu conosci la fragilità degli uomini:
rendi feconde le lotte di liberazione,
venga la giustizia nel mondo
e abbrevia il tempo della prova per i poveri.