Betlemme
voce ecumenica di protesta
A seguito del discorso che il Primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha rivolto il 26 settembre scorso all'Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York il gruppo di riflessione ecumenica “Una voce di Gerusalemme per la giustizia" ("A Jerusalem voice of justice”) ha voluto smentire affermazioni rilasciate da Netanyahu in merito alle cause che da tempo provocano la diminuzione della presenza cristiana a Betlemme, nel luogo di nascita di Gesù. Il Primo ministro aveva dichiarato che "Quando Betlemme era sotto il controllo israeliano, l'80% dei suoi residenti era cristiano. Ma da quando l'Anp (Autorità nazionale palestinese) ha preso il controllo, tale numero è sceso a meno del 20%". A tale argomentazione i membri del gruppo ecumenico hanno risposto con una lettera dove si chiarisce che “Decenni di occupazione israeliana, causando dure condizioni di vita, hanno provocato l'emigrazione di molti cristiani e musulmani, e questa realtà continua ancora oggi... Centinaia di persone hanno lasciato Betlemme negli ultimi mesi a causa delle continue devastazioni dell'occupazione israeliana e della violenza militare. La ragione per cui i cristiani e molti altri stanno lasciando Betlemme è l'occupazione israeliana e le sue politiche di chiusure, permessi, diritti di residenza esclusivi, ecc., e non le politiche dell’Autorità palestinese. Ancora una volta: cristiani e musulmani a Betlemme e in tutta la Palestina continuano a vivere insieme come un unico popolo, condividendo le stesse lotte sotto l'occupazione. La verità che continua a rimanere è che i palestinesi, cristiani e musulmani allo stesso modo, cercano uguaglianza, giustizia e pace nella loro patria”. Tra i firmatari della lettera Michel Sabbah, Patriarca emerito di Gerusalemme dei Latini.
ROCCA, 15 Novembre 2025