da Domani del 28/11/2025
Parigi galleggia nella crisi.
E la destra cavalca l’onda
di Sara Gentile
La Francia si dimena in una crisi politica, economica e sociale, di cui non si vede ancora lo sbocco. Il secondo governo Lecornu procede su una corda rischiosa e ha schivato finora la mozione di censura aprendosi alle richieste di una parte della sinistra sulla riforma delle pensioni discussa giorni fa all’Assemblée nationale nell'ambito del dibattito sul budget del 2026: i deputati hanno adottato l’art. 45 bis del progetto di legge sul finanziamento della Sicurezza sociale, che attua la sospensione della legge sulle pensioni fino al 2028, col voto favorevole del PS (Parti socialiste), del RN di Marine Le Pen, il voto contrario della FI di Melenchon, l'astensione dei macronisti. Un primo passo avanti, è sembrato con sollievo del governo; ma subito si è ripiombati nell’impasse. Infatti secondo il regolamento parlamentare che prevede tempi precisi non si sono potuti affrontare gli altri temi del budget 2026 e la discussione è dovuta passare al Senato, in cui vi è una maggioranza di centro destra: in prima battuta il parere dei senatori in commissione è stato quello di contraddire il voto dell'Assemblée pronunciandosi contro la sospensione della riforma delle pensioni. Una tela di Penelope: si disfa di notte quello che si è fatto di giorno.
Lo scenario generale non è confortante; la sinistra divisa avendo Mélenchon votato contro la proposta del governo ritenendola un compromesso inaccettabile; Macron naviga in cattive acque e secondo l'ultimo sondaggio Baromèteo Ipsos, resta fermo al 19%, il gradimento più basso per un presidente francese negli ultimi 50 anni. Lecornu è al 25 mentre il RN continua ad avere un gradimento alto in una realtà di crisi nella quale i problemi principali nella testa dei francesi sono il potere d’acquisto (49%), l’avvenire del sistema sociale (44), la delinquenza (34), dati che indicano un disagio sociale diffuso. Infatti il RN si sta già preparando per le presidenziali del 2027.