Da Riforma - 30 Settembre 2025
3 ottobre, a Lampedusa il ricordo delle vittime
Sull’isola un momento interreligioso in memoria delle 368 persone morte nel naufragio del 2013 e per tutte quelle che continuano a perdere la vita nel Mediterraneo
Si intitolerà “Luci di speranza” la commemorazione interreligiosa promossa per il 3 ottobre a Lampedusa. La organizzano, come ogni anno, nel giorno del grave naufragio accaduto al largo dell’isola siciliana nel 2013, Mediterranean Hope, programma migranti e rifugiati della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei), l’Ufficio per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso dell’Arcidiocesi di Agrigento, la parrocchia San Gerlando di Lampedusa, con la partecipazione dell’Unione delle comunità islamiche d’Italia.
L’appuntamento, nato per ricordare le 368 vittime ma anche tutte le persone morte e disperse nel Mediterraneo, si svolgerà presso la parrocchia di Lampedusa alle ore 18.
«Come ogni anno siamo a Lampedusa come chiese protestanti in Italia, insieme a chi vuole unirsi a noi, per ricordare il naufragio di dodici anni fa – spiega il pastore Peter Ciaccio, membro del Consiglio della Federazione delle chiese evangeliche in Italia -. Oltre a essere stata una tragedia immane, è un avvenimento simbolo di quanto continua a succedere ora: migliaia e migliaia di persone muoiono in questo tratto di mare perché non vogliamo accoglierle, perché le nostre leggi vietano loro modalità legali e sicure di viaggio, perché c’è un largo consenso affinché accada qualunque cosa pur di non “farli venire qui”. È una delle tante tragiche ingiustizie che avvengono oggi nel mondo, ma è una delle poche dove noi, italiane e italiani, possiamo effettivamente fare qualcosa per evitare che accadano. In questo caso particolare, non ci è concesso di dichiarare la nostra impotenza: possiamo e dobbiamo accogliere queste persone e, insieme a loro, costruire una società più giusta per tutte e tutti».
Alla celebrazione parteciperanno lo stesso pastore Ciaccio, Sara Comparetti, vicepresidente della Fcei, le operatrici e i volontari di Mediterranean Hope, la coordinatrice del progetto Marta Bernardini, il direttore dell’Ufficio ecumenismo e dialogo interreligioso dell’Arcidiocesi di Agrigento Luca Camilleri, il parroco di San Gerlando Carmelo Rizzo e l’imam Kheit Abdelhafid, vicepresidente dell’Unione delle Comunità islamiche d’Italia.
luoghi e spazi del nostro pianeta e che ci richiama alla perdita del senso di pietà, di misericordia e di solidarietà che attanaglia il modo di vivere di noi occidentali.stesse democrazie sono nate e si sono sviluppate.
Ne è una dimostrazione l’annuncio dato qualche giorno fa dell’imminente arrivo del possibile vaccino. L’euforia maggiore non è stata delle persone e delle comunità che vedono finalmente una luce accesa in fondo al tunnel, ma delle borse mondiali a dimostrazione di come l’economia, e la finanza soprattutto, siano il modello che guida la nostra vita.