lunedì 1 dicembre 2025

da Riforma del 14/11/2025

Federazione Donne Evangeliche in Italia

Donne ai margini - La sorprendente rivolta dei confini 16 giorni per vincere la violenza dal 25/11 al 10/12/25


1 dicembre 2025

Donne in lotta contro lo stigma


Per troppe donne la salute è ancora “una conquista”: molteplici fattori biologici, sociali, culturali limitano la loro possibilità di esercitare pienamente il loro diritto alla salute.

In Italia le nuove diagnosi di HIV mostrano un trend in crescita con un aumento della percentuale di donne colpite. Recenti studi internazionali sull’HIV si sono soffermati sulle differenze di genere rilevando una specificità che caratterizza la donna; in particolare l’apparato genitale femminile presenta caratteristiche che possono favorire l’infezione e la progressione della malattia è diversa rispetto agli uomini.

Le donne anche negli studi clinici sono sottorappresentate: la sperimentazione dei farmaci antiretrovirali prende in esame una popolazione prevalentemente maschile. Per garantire un’assistenza sanitaria equa occorrono terapie “a misura di donna”, improntate a un approccio di genere nel trattamento dell’infezione da HIV dove le caratteristiche sessuali specifiche sono essenziali per avere dati precisi sull’efficacia e la tollerabilità dei trattamenti.

Fattori culturali e sociali ostacolano l’uso dei metodi di prevenzione e l’accesso ai servizi sanitari: la donna spesso si trova in una posizione di minore potere decisionale nelle relazioni, teme un giudizio negativo del partner alla sua richiesta di usare il preservativo e ad una risposta negativa non ha la capacità o la forza necessaria a convincerlo.

Occorre un’alfabetizzazione sanitaria mirata alle donne perché prendano coscienza dell’importanza della cura della propria salute, per essere veramente libere ed emancipate.


VERSETTO

«Ho gridato a te, o SIGNORE; ho supplicato il Signore dicendo: «Che profitto avrai dal mio sangue se io scendo nella tomba? Potrebbe la polvere celebrarti, predicare la tua verità?» Ascolta, o SIGNORE, e abbi pietà di me; o SIGNORE, sii tu il mio aiuto!».

(Salmo 30, 8-10)


COMMENTO

Relazionarci alla malattia, alla fragilità, all’impossibilità tangibile di controllare il nostro proprio corpo, i suoi ritmi, le sensazioni che ci trasmette, è un’immensa sfida. A volte insostenibile, altre volte fonte di energie e speranza di cui mai avremmo pensato di poter disporre. A volte affrontiamo la finitezza, la sofferenza di chi amiamo con incredibile tenacia e poi non sappiamo affrontare la nostra, a volte l’esatto contrario.

Il salmista, meditando sulla propria sofferenza, lancia a Dio una supplica che è anche sfida: a che ti servirei, o Dio, se io non vivessi più? Come potrebbe celebrarti, un mucchietto di polvere?

Affrontare la sofferenza significa relazionarsi alla finitezza, al limite ultimo, alla soglia da cui non si torna indietro. E sulla soglia, il salmista grida la sua disperazione: non può finire qui, non può finire così. Malattia non è fine dell’esistenza. Non è abbandono di ogni senso, di ogni possibilità. Voglio vivere, anche solo un istante ancora, per poterti invocare, per sussurrare, per urlare il Tuo nome.


PREGHIERA

Signore, tu ci precedi. Quando penso che la mia vita sia un buco nero, ecco che la tua parola mi ricorda che non c’è un metro che non sia stato sondato da te, non una lacrima che tu non abbia versato, non un sorriso che già ti abbia disteso il volto. Amen