lunedì 29 dicembre 2025

Guai a voi che siete sazi

 

Ci sono delle malattie il cui puzzo si sente sin dal primo momento quando incontri una persona che ne è contagiata. Tanto più facile è la diagnosi quanto un po’ tutti ce ne sentiamo addosso qualche virus, proprio perché i germi circolano ovunque: nelle chiese, nei partiti, nei sindacdti, nei gruppi e... anche nelle comunità di base. Alludo a quella «stanca» che serpeggia e colpisce in modo crescente specialmente da qualche anno.

I figli delia sazietà  La «stanca», cioè una stanchezza esistenziale o un frenetico girare attorno a mille nullità (tale malattia conosce, infatti, versioni varianti) senza che si faccia centro sulla ricerca del senso della vita, sembra diventare la classica malattia di coloro che, si direbbe, non hanno «grossi problemi». Hanno un lavoro, una casa, riescono a permettersi anche di più del necessario e, tutto sommato, la crisi non li ha finora veramente colpiti. Si tratta di una situazione stagnante, sommamente infetta, in cui rischiamo di recitare la parte dei girini che restano prigionieri dello stagno. La lunga sosta di questa stagione siorica in cui, crollati i miti, stentano a prendere forma progetti credibili e mobilitanti, rende il clima generale particolarmente adatto allo sviluppo di questa terribile malattia. I figli della sazietà sono i più colpiti e, in tali casi, anche gli «antibiotici» più efficaci stentano ad incidere. Aggiungi ancora un pizzico di cultura narcisistica che riesce a convincerci che tutto dipende esclusivamente dai guasti delle strutture e che tutto va risolto a livello strutturale, e il quadro si arricchisce di contorni.

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Chi non ha vissuto in povertà reale in casa è esposto a fare bei discorsi, ma si sente che è un bel parlare.

Franco Barbero, 1971