martedì 9 dicembre 2025

Invitiamo alla lettura o rilettura  del libro:

I Salmi: un libro per pregare

di Alberto Mello - Ed. Qiqajon - pag. 186 

Il testo ha già qualche anno (edito nel 1998 e ristampato nel 2007) ma è ancora molto attuale e utile per lo studio personale e gli incontri comunitari.

Qui presentiamo un breve resoconto fatto da Carla De Stefani della Comunità Cristiana di Base di Piossasco, preparato per un incontro della comunità.



Se la Bibbia contiene un libro di preghiere, dobbiamo dedurre che la parola di Dio non è soltanto quella che egli vuole rivolgere a noi, ma è anche quella che Egli vuole sentirsi rivolgere da noi. 

                D. Bonhoeffer



Il Salterio fonda una certa relazione, che non è tanto quella di Dio con l'uomo, quanto quella dell'uomo con Dio, la preghiera rientra nell'ambito del timore del Signore espressione che non denota paura, ma la percezione di una relazione che è fondamentale per la nostra esistenza, quella con una "persona" che ci sovrasta e che  è infinitamente santa, timore in questo caso andrebbe meglio tradotto con venerazione. Tutta la sapienza di un essere umano si fonda sulla sua relazione con Dio, cioè la nostra relazione con Dio precede ogni altra relazione, precede quindi ogni discorso, ogni sapere ogni conoscenza; la preghiera è il principio della vita spirituale.

Il nome greco Salterio (psaltérion) indica uno strumento a corde, un’arpa o una cetra, si parla di un canto accompagnato da uno strumento musicale quindi ciò significa che le preghiere non erano destinate a un uso privato, ma pubblico, cioè la liturgia.

Quando si parla del Salterio come di una raccolta liturgica, si dice il vero ma non si dice tutto, certo la stragrande maggioranza dei salmi ha avuto origine nella liturgia ma è meno certo che il Salterio in quanto tale sia da considerarsi un libro destinato all'uso pubblico del culto, forse si può definire come un libro di preghiere o di inni nella sua forma finale. Il Salterio non è tanto una raccolta di inni da cantare ma è diventato un testo, un libro che ha capo e coda e chiede di essere letto dall'inizio alla fine, chiede al suo lettore di decifrarne l'organizzazione interna, lo sviluppo tematico. Più che essere musicato e cantato il Salterio domanda di essere letto e meditato.

Parlare del Salterio come una raccolta di preghiere può indurre a un atteggiamento riduttivo si trascura l'importanza dell'insieme, il ruolo svolto da ciascun salmo all'interno del libro. In ebraico non si usa chiamare così il Salterio: il titolo ebraico è Sefer tehillim  “il libro delle lodi”. Questo nome è antichissimo si ritrova già a Qumran nel II secolo a.C. e anche nel Nuovo Testamento quindi è un dato da prendere molto sul serio.

Il libro arriva a noi sotto diverse forme o tradizioni testuali: il modello masoretico che è un testo ebraico indenne dalle correzioni degli Scribi, il modello dei Settanta, la traduzione greca delle scritture fatta da studiosi ebrei in Egitto circa 200 anni prima di Gesù e poi utilizzata e forse riveduta dagli scribi cristiani antichi, i manoscritti di Qumran che sono incompleti. Nelle pagine seguenti noi ci affideremo alle molteplici risorse del testo ebraico.

Il testo della tradizione cristiana è quello greco dei Settanta e non quello ebraico, rimane il fatto che Gesù ha pregato un Salterio ebraico e non greco.

Nel sistema cristiano i salmi 9 e 10 sono un salmo unico, di conseguenza tutti i salmi seguenti rimangono indietro di un numero rispetto alla versione ebraica.


Chi è l'autore? I salmi sono stati prima cantati a lungo nella liturgia di Israele e infine messi per iscritto, quindi non abbiamo un io ma rappresentano tutta la comunità anche se sono alla prima persona singolare.

La tradizione riconosce nel re David se non l'autore di tutti i salmi, il suo principale ispiratore, David non ha costruito il tempio ma ha istituito il culto levitico che si sarebbe svolto nel tempio, David ha ispirato la preghiera di Israele, ha edificato la psiche di Israele costruendo quello che  chiamo l’io dei Salmi.

In realtà, storicamente, è impossibile individuare un unico autore per tutto il Salterio, ma è possibile trovare un unico destinatario: "E io sono la mia preghiera per te Signore”(Salmo 69,14) io sono fatto preghiera, sono diventato preghiera, questo io fatto preghiera per la tradizione salmica è appunto quello di David. L’ io dei salmi non è quindi puramente singolare, ma è una figura corporativa che rappresenta tutto il popolo: ogni ebreo può identificarsi in questo io.

I salmi sono una preghiera tutt'altro che facile, ciò vale soprattutto per i cosiddetti salmi imprecatori che sembrano procurarci un grave disagio. Alonso Schokel sostiene "Io ritengo che i salmi imprecatori siano recuperabili nella preghiera cristiana, il problema sorge non perché il salmo sia contro la pietà cristiana ma perché il cristiano di oggi non sa più pregare col salmo. Chi non sa pregare col salmo non sa esprimere la sete di giustizia e la sete di giustizia è una beatitudine. Noi troviamo difficile pregare questi salmi perché non siamo più poveri, perseguitati, oppressi. Altre culture si sentono del tutto a loro agio in queste preghiere.”


Composizione

Il periodo di composizione dei salmi è molto ampio, un arco di tempo che va grosso modo dal tempo di Davide (circa 1000-961 a.C.) a quello dei Maccabei (165-160 a.C.) almeno 800 anni.

Si può pensare che i salmi, nella loro forma attuale, siano stati raccolti e sistemati nel periodo dell'esilio di Babilonia iniziato nel VI secolo a.C. quando, paradossalmente, coloro che ritenevano impensabile cantare i canti del Signore in terra straniera potrebbero aver scoperto che proprio cantare quei canti e scriverne di nuovi era una delle poche cose che li teneva sani di mente e dava loro speranza, a  questa raccolta sono seguite aggiunte successive.

I Salmi hanno una soprascritta che li attribuisce ad un autore o almeno ad ambienti diversi: quelli di corte i salmi davidici e quelli del tempio i salmi levitici

Il Salterio è un libro composto di varie raccolte di salmi anche minori: vi sono collezioni davidiche, levitiche e altre ancora; questo significa che si è formato per accrescimento per l'aggiunta progressiva a un suo nucleo originario e primitivo, di sempre nuove collezioni salmi. Ancora oggi le tracce di questa formazione sono visibili nelle sopra scritte che ci consentono di individuare le seguenti micro unità testuali: 

a) ci sono tre raccolte davidiche, due delle quali occupano la prima parte probabilmente la più antica, questi sono in maggioranza salmi di supplica; 

b) ci sono altrettante raccolte levitiche, anche in questi salmi predomina un tono ed è quello della lode e del lamento; 

c) vi sono poi tre o quattro raccolte hallelujatiche che hanno come titolo lodate Dio queste raccolte occupano soprattutto la seconda metà o meglio la parte finale del Salterio; 

d) inoltre vi è una raccolta di salmi del regno cosiddetti per l'esclamazione che vi compare "il Signore regna" anche questi sono salmi di lode; 

e) una raccolta di salmi di pellegrinaggio, non hanno un genere letterario particolare hanno in comune una certa brevità e sono sovente dei salmi di fiducia. Portano la soprascritta "canto delle salite" probabilmente erano un innario dei pellegrini.


  Carla De Stefani