sabato 6 dicembre 2025

FABRIZIO DE ANDRÈ

 

Ecco quanto è buono e quanto è soave

che i fratelli e le sorelle vivano insieme!

 

È come lo sguardo di chi ti ama,

ti conosce e ti accetta così come sei.

 

È come un canto celestiale

che fa vibrare i nostri cuori

ad altezze diverse seppur in perfetta armonia.

 

È come tenere un bimbo in braccio

quando si addormenta fiducioso e sereno.

 

È come il sole che tramonta sul mare

regalando colori ed emozioni.

 

È come una pausa soave e lieve

incontrarsi per parlare delle nostre storie,

di noi stessi, dei nostri figli e figlie.

 

Ascoltare ed essere ascoltati,

accogliere ed essere accolti,

senza giudizio come farebbe e fa il nostro Dio.

 

È come un banchetto di nozze

vissuto nella comunione dei santi

tra chi vive e chi ci ha lasciato.

 

È come la risata di mia figlia

che finalmente sta bene.

 

È come un abbraccio che ci circonda

anche quando non stiamo insieme,

uno sguardo che ci segue

anche quando non lo vediamo.

 

È come aver trovato il rispetto di sé,

la tua famiglia, il paradiso in Terra.

 

È come incontrare per strada

il sorriso di una persona sconosciuta.

 

È come l'abbraccio di un‘amica

quando hai un peso sul cuore

e non servono parole per sentirti capita.

 

È come i fili cuciti e ricuciti di un ordito intrecciato

per superare anche gli strappi più dolorosi.

È come quando abbiamo riempito

le piazze e le strade di Roma

per dire: ci siamo! ai fratelli e alle sorelle di Gaza,

accompagnando con i versi di una canzone

quelli che avevano preso il mare per raggiungerli:

 

"Navigammo su fragili vascelli

per affrontar del mondo la burrasca

ed avevamo gli occhi troppo belli:

che la pieta non vi rimanga in tasca”.

(Fabrizio De Andrè)