martedì 22 luglio 2014

Gaza muore, salviamo Gaza

  • Altre cento vittime, tra cui 17 bambini, nell'offensiva israeliana. Il quartiere Sajaya diventa un inferno.
  • Hamas uccide 13 soldati e rifiuta la tregua.
  • Kerry accusa: «Altro che operazione di precisione».
«Altro che operazione di precisione, non possiamo stare fermi». Un fuori onda di John Kerry su Fox riassume il dramma di Gaza. Ormai é un vero inferno. Solo ieri un centinaio di morti, fra cui 17 bambini, il quartiere di Sajaya raso al suolo. Hamas uccide 13 soldati.
Non c'e spazio per la pietà a Gaza. Non c'e spazio per una tregua. A Gaza c'e solo spazio per la guerra. Una sporca guerra. Quello di ieri é stato il giorno più drammatico, una domenica di sangue. I nuovi raid, secondo fonti palestinesi, hanno provocato almeno 96 morti ieri nella Striscia, 65 dei quali nel popoloso rione di Sajaya, dove i combattimenti sono stati più intensi. Tra le vittime, secondo il ministero della Salute di Gaza, ci sono 17 bambini e 15 donne. Qui le strade sono ricoperte di macerie e centinaia di persone sono in fuga e in cerca di rifugio. Fra le vittime, anche un addetto all'ambulanza e un giovane giornalista, Khalid Hamad.

SENZA TREGUA
Hamas ha richiesto a Israele un cessate il fuoco di due ore per ragioni umanitarie, e lo Stato ebraico ha accettato, ma dopo appena un'ora le Brigate Ezzedin al-Qassam hanno ricominciato a sparare e la tregua è saltata il braccio armato di Hamas ha lanciato ancora missili, provocando lo sgombero di alcuni quartieri a nord di Tel Aviv, panico nelle città costiere di Ashdod e di Ashqelon. Il segretario generale della Lega Araba, Nabil el-Araby, ha detto che i «bombardamenti barbari» e l'attacco terrestre israeliano contro il quartiere di Sajaya a Gaza sono considerati come un «crimine di guerra» contro i civili palestinesi. Ma il premier israeliano Benjamin Netanyahu alla Cnn replica: «Hamas usa i civili per proteggere i suoi missili, come scudi umani. Israele usa i missili per proteggere i civili».
Secondo il portavoce dei servizi palestinesi di soccorso Ashraf al Qudra dall'inizio dell'operazione «Margine protettivo», sono morti 435 palestinesi, di cui 118 minori, 45 donne e 25 anziani. I feriti sono saliti a 3000. E a salire, oltre 80.000, è anche il numero degli sfollati a Gaza: lo ha comunicato l'Unrwa, l'agenzia per i rifugiati dell'Onu. Le persone hanno trovato rifugio in 49 scuole dell'agenzia che ha lanciato un appello per continuare a fornire loro cibo, cure mediche e aiuti d'emergenza come materassi, coperte, kit per igiene personale.

PERDITE DI TSAHAL
Cronaca di guerra. Almeno 13 soldati israeliani sono rimasti uccisi e una cinquantina sono rimasti feriti nei furiosi combattimenti nella Striscia di Gaza nella notte tra sabato e domenica, il bilancio più pesante in una singola giornata dall'inizio dell'operazione «Margine protettivo». A darne notizia è stata una portavoce di Tsahal. E' salito così a 18 il numero dei militari israeliani morti nell'offensiva terrestre nell'enclave palestinese, scattata giovedì sera. I militari uccisi nelle prime ore di ieri appartenevano alla Brigata Golani ed erano impegnati nell'avanzata sul quartiere Sajaya, considerato una centrale del terrorismo di Hamas e su cui si è abbattuto un pesantissimo bombardamento da terra, aria e mare. Tra le vittime israeliane ci sarebbe lo stesso comandante della Brigata, anche se Israele ha confermato solo il suo ferimento e il ricovero in un ospedale di Beersheva. Alcuni soldati stavano avanzando in una strada quando sono stati fatti bersaglio di un lancio massiccio di razzi anticarro, granate e colpi di armi automatiche. In particolare una granata anticarro ha centrato un blindato Namer, uno dei più sofisticati dell'esercito e basato sul carro armato Merkava 4, uccidendo diversi militari. Altri soldati sono morti per un missile anticarro. Tsahal ha anche riferito che nel fine settimana sono stati distrutti 40 tunnel scavati da Hamas e che sono stati catturati 13 miliziani palestinesi. portati in Israele per essere interrogati.

MICROFONO ACCESO
La verità nel «fuori onda». Impegnato in un tour mediatico senza soste, il segretario di Stato Usa, John Kerry, «scivola» inavvertitamente sul microfono aperto  durante una pausa pubblicitaria dell'intervista a Fox. Kerry non si accorge che il microfono non è spento e, in una conversazione telefonica con una persona del suo staff, si lascia sfuggire ciò che pensa veramente dell'offensiva militare d`Israele a Gaza. «Altro che operazione di precisione...», esclama Kerry «off the records» nel giorno della strage di Sajaya. «Altro che operazione di precisione. L'escalation è significativa. Dobbiamo andare lì. Dobbiamo andare lì stasera. E' pazzesco stare seduti», insiste.
Ignaro che la sua telefonata fosse stata registrata, il Capo della diplomazia Usa torna davanti alla telecamere e viene incalzato da Chris Wallace, il giornalista che lo stava intervistando. «Mentre era in camera e con il microfono, ha parlato con una persona del suo staff sulla situazione in Israele. Quando ha detto «altro che operazione di precisione» si riferiva al fatto che è preoccupato del fatto che Israele possa essersi spinto troppo in là?», chiede Wallace andando subito al sodo. «In queste situazioni é difficile. Ho reagito ovviamente in un modo comune a tutti quando si tratta di bambini e civili», «balbetta» Kerry riferendosi al bilancio delle vittime. «La guerra è difficile. L'ho detto pubblicamente e lo ripeto», puntualizza, tornando poi alla versione ufficiale di Washington: «Difendiamo il diritto di Israele a fare quello che sta facendo». «Ora la fase terrestre dell'operazione Margine protettivo si estende, con forze supplementari per combattere il terrorismo nella striscia di Gaza e stabilire una realtà che garantisca agli israeliani di vivere in sicurezza», si legge in un comunicato emesso in serata dalle Forze di difesa (Idf ). In questa situazione il conflitto rischia di estendersi. L'altro ieri sera rivolte di giovani arabi sono scoppiate in diversi quartieri di Gerusalemme Est: manifestanti con il volto coperto hanno lanciato molotov e pietre contro la polizia che ha reagito con «misure idonee a disperdere la folla».
UMBERTO DE GIOVANNANGELI
udegiovannangeli@unita.it

(L'Unità, 21 luglio 2014
)