lunedì 23 aprile 2018

CAMPIGLIONE FENILE

La chiesa non è mia ma di tutta la comunità”
CAMPIGLIONE FENILE. “La chiesa non è del parroco, ma appartiene alla comunità”. Questa è la filosofia che don Marco Silvestrini, parroco di Campiglione Fenile, mette in pratica lasciando la chiesa e la canonica a disposizione delle iniziative dei parrocchiani. Una parrocchia aperta, dunque: nel momento dell’intervista, ad esempio, nella saletta accanto si sta svolgendo una festa di compleanno; altre volte, nei locali della chiesa si svolgono concerti, rappresentazioni teatrali e vaie manifestazioni. “Sono arrivato a Campiglione Fenile come parroco il 1° giugno 2013, me lo ricordo bene perché ero stato ordinato prete da appenda due mesi, il 3 maggio dello stesso anno -afferma don Marco. Prima di entrare a far parte della Chiesa, però sono stato sposato e poi sono rimasto vedovo ed ho una figlia che spesso mi viene a trovare. Quindi ho vissuto, per così dire, “dall’altra parte”, da parrocchiano, e forse è proprio questo fatto che mi ha permesso di intrattenere relazioni con la gente a un livello più fraterno. Appena arrivato, tuttavia, ero molto spaventato: un po’ perché provenivo da lontano, sono romano e non conoscevo l’ambiente locale. Inoltre, questa era la prima parrocchia affidata a me. Ma l’esperienza e l’età mi hanno aiutato: “per sconfiggere la paura – mi dicevo – la cosa più importante è lavorare”. E così, grazie ai finanziamenti provenienti dalla Cei e da offerte dei parrocchiani, don Marco ha intrapreso i restauri della canonica. Ci sono voluti anni, ma ora consolidamento, tetti e tutti i lavori interni della struttura sono terminati. Il salone è stato dotato di una cucina professionale, in modo da permettere la preparazione del cibo per le cene che ogni tanto si organizzano qui, come quella del Gruppo Alpini. L’oratorio è organizzato dai giovani e anche Estate ragazzi si svolge in questi ambienti. “I parrocchiani sono generosi non soltanto dal punto di vista finanziario, ma anche regalando il loro tempo. Ad esempio, c’è chi si occupa di pulizie, chi dei fiori. Tutti quanti mi insegnano molto: non è così scontato che si ami la propria chiesa in questo modo”.
Anna Maria Boggetto – Le Valli 11 aprile