martedì 22 marzo 2022

 Macron: “Prepariamoci a un conflitto ad alta intensità”


Anais Ginori

La Repubblica, 18 marzo

PARIGI — «La Francia si deve preparare a una guerra di alta intensità», dice Emmanuel Macron nel pieno del conflitto in Ucraina. La dichiarazione del leader francese nasce da quello che molti esperti militari hanno cominciato a dire: l’esercito francese, uno dei più antichi dell’Ue, con un elevato livello di investimenti, è impreparato ad affrontare una guerra ad alta intensità, o almeno non per una lunga durata.

È la preoccupante constatazione evidenziata in un rapporto parlamentare consegnato il 22 febbraio. Per sei mesi i due relatori (il deputato della destra Jean-Louis Thiériot e la deputata della maggioranza Patricia Mirallès) hanno indagato sulle capacità delle forze armate d’Oltralpe nell’ipotesi di un conflitto su larga scala. Dalle scorte di munizioni che potrebbero essere esaurite dopo una settimana, alla difesa terra aria insufficiente, il rapporto evidenzia allarmanti carenze. Macron ha già detto di voler aumentare fino a 50 miliardi entro il 2025 il bilancio annuale del ministero della Difesa. Il leader, che corre per un secondo mandato nel voto di aprile, punta a creare un maxifondo europeo vincolato allo sviluppo di armamenti europei. Ma il rafforzamento della Nato provocato dalla guerra ucraina rischia di compromettere i progetti francesi di Difesa comune. Uno dei primi segnali è la scelta annunciata dalla Germania di comprare fino a trentacinque caccia F35 dagli americani. Il riarmo della Germania annunciato da Olaf Scholz passa quindi dagli Usa. E mette un’ipoteca sul Fcas (Future Combat Air System) lanciato da Francia, Germania e Spagna. Un progetto spinto al livello politico ma frenato da resistenze dei gruppi industriali coinvolti (in particolare Dassault e Airbus).

Per la Germania la scelta del F35 garantisce la deterrenza nell’ombrello Nato. L’aereo prodotto da Lockheed Martin è l’unico certificato per trasportare bombe nucleari americane. Anche se a Berlino minimizzano l’effetto simbolico della commessa agli Usa, la decisione tedesca potrebbe segnare l’epilogo del Fcas. Sull’uscita di Berlino da Fcas sono già stati avviati colloqui a livello militare. Si tratterebbe di tornare al consorzio tra Regno Unito, Germania e Italia che lavora insieme dagli anni Settanta, prima con Tornado e poi con Eurofighter. Non ci sarà comunque una decisione politica in tempi brevi, per non disturbare né il semestre Ue francese, né la campagna elettorale di Macron.