martedì 22 marzo 2022

LA PEDOFILIA CLERICALE

 I SEMINARI DELL’ORRORE

Federico Tulli

Adista 19 marzo

«L’abuso di preti nei confronti di minori ha una genesi completamente diversa da quello che si verifica in ambito familiare. La pedofilia clericale è spesso figlia del tipo di educazione che viene impartita nei seminari. Non è un caso se la Convenzione Onu dei diritti del fanciullo proibisce l’istituzione dei seminari per minori. Nel documento si spiega che i bambini devono rimanere in famiglia per crescere nell’ambiente più consono a uno sviluppo normale. Per impedire cioè che avvenga uno "strappo" educativo proprio negli anni in cui si entra nell'età adolescenziale, quella più delicata dal punto di vista della definizione della sessualità. Ebbene, questi seminari sono oramai chiusi in quasi tutto il mondo, ma in Italia ce ne sono ancora 123. Sono dislocati specie al Sud e nel Nordest. Vero è che stanno chiudendo, ma non per rispetto della direttiva Onu quanto perché sono in calo le "vocazioni". Tranne appunto che in certe Regioni dove certa "cultura”" permane. Che è quella di chi si fida ciecamente e pensa che entrando in seminario il proprio figlio vada in un ambiente protetto. Basta pensare alla storia di Marco M., abusato per quattro anni all'interno di un seminario dal suo insegnante, don Bruno P.. Ciò che emerge è la demonizzazione del- la figura femminile, una visione pesantissima, sessuofobica che dagli educatori ricade su dei ragazzini nel pieno dello sviluppo adolescenziale e che vedono condannato il proprio corpo co me se fosse la fonte del peccato. Questo atteggiamento è devastante per la psiche di un adolescente. Tanto più se poi viene violentato dalla stessa persona che lo dovrebbe "educare"».

Sono alcune delle cose che Vania Lucia Gaito mi racconto durante un'intervista per il mio libro Chiesa e pedofilia. L’intervista è intitolata "l seminari dell'orrore". Era il 2010, lei aveva da poco pubblicato il suo libro Viaggio nel silenzio gettando per la prima volta in Italia molto più che un sasso nello stagno dell'atavica indifferenza che permea il fenomeno criminale della pedofilia nella Chiesa cattolica. Per la prima volta, nel Paese da dove a partire dal vertice si dirama in tutto il mondo ecclesiastico il collaudato sistema dell'insabbiamento delle denunce e della complicità con i sacerdoti pedofili, si dava voce a vittime e a sopravvissuti. Non è un caso che in quella nostra conversazione lei ponesse l'accento sulla questione dei seminari minori. E non è un caso, io penso, che sia stata una donna a buttar giù, per prima, il muro del silenzio. Purtroppo però da allora in Italia poco è cambiato. La Conferenza episcopale, ben consapevole di quel che accade nei seminari, in questi anni non è andata al di là di dichiarazioni di facciata in risposta alle fiacche sollecitazioni di papa Francesco. Tant’è che nel nostro Paese ci sono ancora 73 seminari minori e come dimostra, per dirne una, l’orrenda vicenda del preseminario San Pio X in Vaticano (quello dei "chierichetti del papa"), il problema persiste irrisolto.

Il 15 febbraio scorso è nato #ItalyChurchToo, il Coordinamento delle associazioni contro gli abusi nella Chiesa cattolica in Italia. Ne fanno parte anche due testate giornalistiche: quella per cui lavoro, Left, e quella che mi dà il privilegio di tenere questa rubrica, Adista. Le associazioni, eccetto Rete L'Abuso, sono tutte cattoliche ma soprattutto composte da donne. Questo, pensando anche a Vania, alla sua sensibilità e al suo coraggio, mi porta a essere convinto che siamo a una svolta decisiva nella lotta contro la violenza pedofila in Italia. Durante la presentazione del Coordinamento ho presentato un progetto di Left realizzato in collaborazione con Rete L'Abuso, un Database sui casi di pedofilia clericale in Italia. Si tratta di un’indagine permanente sui crimini pedofili nella Chiesa, l'unica del genera in Italia realizzata da un giornale. Dopo il 15 sono arrivate alcune segnalazioni alla mail dedicate (chiesaepedofilia@left.it). Le prime due riguardano presunte violenze avvenute in due seminari minori, uno al nord e uno al sud. Ovviamente sono ancora nella fase di verifica e accertamento dei fatti, ma vi confesso che quel che mi è stato raccontato non mi ha affatto sorpreso. Purtroppo.