martedì 19 luglio 2022

 

Dispersione scolastica: gli esperti chiedono al Ministro di modificare l’assegnazione dei 500 milioni

I membri del Gruppo di lavoro, nominato dal Ministero dell’Istruzione per elaborare le indicazioni per il contrasto della dispersione scolastica, in una lettera inviata al Ministro non solo esprimono sorpresa e preoccupazione per quanto stabilito nel decreto 170 di riparto dei primi 500 milioni previsti dal Pnrr, ma ne chiedono anche la sostanziale modifica.
“Il decreto, purtroppo, non corrisponde alle documentate indicazioni che abbiamo raccolto sulla base delle linee di indirizzo condivise con il ministro Bianchi”, dichiarano Ludovico Albert, Marco Rossi-Doria, Franco Lorenzoni, Andrea Morniroli, Vanessa Pallucchi, Don Marco Pagniello, Chiara Saraceno, firmatari di una dettagliata lettera inviata al titolare del Dicastero dell’Istruzione.
Gli esperti  criticano il criterio della distribuzione a pioggia dei fondi, che contraddice l’azione strutturale di lungo termine richiesta dalla UE, più attenta alla natura e alla qualità critica delle situazioni.
Il gruppo di lavoro ritiene sostanzialmente che i criteri a suo tempo elaborati e condivisi dallo stesso Ministro Bianchi siano stati elusi. Non è certamente una buona notizia per il ministro che dovrà ora decidere se ritirare il decreto prima che sia registrato dalla Corte dei Conti.
Pubblichiamo il testo della lettera
Caro Ministro,
Le scriviamo per esprimerLe sorpresa e preoccupazione per quanto deciso con il Decreto 170 del 24 giugno 2022, in attesa di registrazione della Corte dei conti, con il quale si sono assegnate le risorse alle autonomie scolastiche in materia di contrasto dei divari in istruzione e della “dispersione scolastica” per la quota parte di € 500 milioni dei complessivi € 1,5 miliardi dell’intervento di cui al finanziamento 1.4 della misura 4 del PNRR.
Come Lei sa, il Gruppo di Lavoro (GdL) da Lei istituito con DM del 7 marzo 2022 n. 57 ha consegnato al Ministero un Documento dettagliato che, su Suo espresso mandato, intendeva:
evitare assegnazioni di risorse non pienamente suffragate dall’insieme dei dati necessari a ben definire gli indicatori che connotano divari e fattori di esclusione degli alunni secondo un approccio multi-dimensionale;
avviare un’azione di sistema solida, capace di interpretare in modo rigoroso il mandato del PNRR stesso che intende introdurre correttivi di sistema a una lunga, dolorosa storia di esclusione di fatto dal diritto allo studio in Italia e che, dunque, evitasse un’assegnazione “a pioggia” dei finanziamenti sulla base di automatismi, promuovendo, invece, un sistema di indicazioni vincolanti sul come usare bene le risorse, in modo da assicurare, più che in passato, qualità all’azione sul campo imparando dall’esperienza,
promuovere stabili alleanze educative, fondate su patti civili vincolanti perché indispensabili a raggiungere tutti e ciascun ragazzo/a e che, per questo, vedano la costruzione di patti territoriali una scelta non opzionale ma vincolante, zona per zona, a partire dalle aree di massima crisi. Lo scopo era – secondo quanto Lei stesso ci ha invitato a fare più volte – favorire la costruzione di comunità educanti tra le tre componenti di a) autonomie scolastiche che assolvono la funzione centrale che spetta loro b) comuni (che condividono con la scuola la responsabilità nell’assicurare l’obbligo di istruzione secondo il codice civile) e dispongono di servizi tesi al recupero educativo e sociale, c) agenzie del terzo settore, il cui statuto è oggi rafforzato dalle norme che lo regolano, indicate, dunque, non già in via generica bensì per la loro specifica e vitale funzione di azione positiva sussidiaria che la Costituzione attribuisce loro sulla base dell’art. 118, peraltro rafforzata dalle recenti sentenze dell’Alta Corte. Un’alleanza che in molte esperienze consolidate già in corso dimostra di permettere il miglioramento dell’offerta educativa e il rafforzamento delle scuole che operano nei contesti di maggiore difficoltà.
Il Decreto 170 purtroppo non corrisponde alle meditate e documentate indicazioni che il Documento del GdL ha raccolto sulla base di queste linee di indirizzo che abbiamo condiviso con Lei, con il Gabinetto, con la struttura del Ministero che presiede ai fondi PNRR.
Infatti, a fronte di criteri per l’assegnazione dei fondi alle scuole che il GdL ha indicato in un insieme che comprende risultati test invalsi, numero assenze degli alunni, incidenza di alunni stranieri, incidenza di alunni con BES (bisogni educativi speciali), adulti con basso livello culturale, in possesso di scolarità dell’obbligo o inferiore, presenza di giovani neet, presenza di famiglie ampie (sei componenti o più) e famiglie “potenzialmente bisognose” (con persona di riferimento sotto i 65 anni e dove nessuno ha un reddito da lavoro o da pensione), il Decreto 170 ha opposto un set molto semplificato di criteri che comprende numero di alunni, numero di ELET 18-25 anni, incidenza alunni stranieri, incidenza di popolazione senza diploma di scuola superiore, tasso di famiglie con 5 o più componenti.
La semplificazione dei criteri viene implicitamente giustificata con la fretta. Tuttavia l’UE ci richiede, per il PNRR, di approntare un telaio di indicatori ponderato rispetto ai quali abbiano un senso i milestone e i target. E l’Europa da anni pone la questione del “people centred e place centred approach”. I territori e le caratteristiche dei componenti delle famiglie avrebbero dovuto avere maggior peso, pena il peso sovrastimato del numero degli alunni delle medie rispetto ai condizionamenti sociali. Ed è possibile che sia necessario ri-includere scuole difficilissime oggi escluse. L’assenza, per esempio, dei dati sulla disoccupazione condiziona l’impianto. Abbiamo, più in generale, necessità, finalmente, di stabilire obiettivi di potenziamento educativo e delle competenze nella popolazione esaminabili lungo il tempo, capaci di cogliere la grande differenziazione nelle condizioni di partenza dei genitori nelle diverse aree dell’esclusione per poter affrontare e monitorare, alleandoci con i genitori stessi, i processi di ri-inclusione nei percorsi formativi dei figli e di miglioramento negli apprendimenti.
Caro Ministro,
Ci preoccupa molto il fatto che il Decreto 170 rimanda a dopo ogni indicazione sul come inverare il potenziamento che il finanziamento 1.4 definisce, che, invece, il documento del GdL affronta nel dettaglio. Infatti mentre il Decreto 170 assegna le risorse scuola per scuola ma non definisce “il chi, il cosa e il come usarle”, il Documento del GdL, proprio su Sua richiesta, propone indicazioni chiare e verificabili tese a invertire la tendenza all’aumento dei divari tra minori, territori, scuole e ad avviare una ampia azione di sistema – come il PNRR prescrive – per contrastare il fallimento formativo esaminando puntualmente le aree di intervento per obiettivi entro le sezioni del Documento stesso:
rafforzare l’offerta delle scuole con l’accompagnamento competente nell’elaborazione e gestione delle azioni di prevenzione e riparazione del fallimento formativo potenziandone l’organico;
creare aree di educazione prioritaria dedicate a interventi sistematici e di lungo periodo in territori particolarmente difficili;
stabilire target di interventi differenziati per età, situazioni e bisogni, in modo flessibile secondo i contesti e mirati a riparazione e riconquista piena al diritto allo studio e alla formazione, anche attivando percorsi di seconda opportunità;
dare forza ai processi di apprendimento di ciascun alunno/a in situazione di esclusione, fragilità, difficoltà, anche con azioni di tutoring e presa in carico personalizzati;
co-costruire alleanze casa-scuola nella distinzione di ruoli e funzioni e nella concordia delle finalità educative condivise;
coinvolgere le famiglie e sostenere e promuovere il protagonismo di bambini e ragazzi;
curare una visione lungimirante che preveda scambio e confronto permanente tra scuole, continuità nelle fasi di transizione ed orientamento, comune capacity building di tutte le professionalità coinvolte tra scuola e fuori scuola.
Vi è, poi, la “questione delle questioni” che il Decreto 170 non spiega. Come favorire, intorno alle scuole, alleanze territoriali coese e permanenti tra le scuole stesse, gli enti locali, ed il terzo settore su base cooperativa e paritaria curando la manutenzione nel tempo delle comunità educanti sull’esempio delle migliori pratiche già all’opera in ogni parte d’Italia? Il Documento del GdL indica come costruire e garantire il coordinamento, gli impatti e la verificabilità delle azioni di partenariati territoriali coesi. Ma queste indicazioni non sono state recepite. Vi è un rimandare a altri momenti e a ulteriori istanze. Noi, invece, pensiamo che sia urgente chiarire come avvengano le alleanze necessarie per raggiungere i ragazzi e quale organizzazione e procedure presiedono all’uso delle risorse per attivare l’azione poliedrica nei territori, con al centro la scuola ma grazie a un effettivo coordinamento di intenti, azioni e coerente assegnazione delle risorse entro l’alleanza. Inoltre, va data indicazione adesso sul come saranno allestite le complesse procedure atte a definire e attivare azioni di accompagnamento in corso d’opera, il monitoraggio e la valutazione.

(da “Tuttoscuola”, 30 giugno 2022)