Dal libro “La libertà della vita” di Giorello e Veronesi (Raffaello Cortina Editore, pagg. 120 € 9,00) traggo alcune riflessioni altamente etiche.
I due autori, non credenti, evidenziano una carica etica estremamente costruttiva.
Veronesi: “Natura, quante sciocchezze si dicono in tuo nome!” (pag. 35).
Giorello: “Qualcuno ha insinuato che Dio dormiva quando c’è stato Auschwitz... Dovremmo chiederci piuttosto dove erano gli esseri umani ai tempi di Auschwitz. Che ne era del loro senso di responsabilità?” (pag. 46).
Giorello: “Mi sono sempre battuto contro qualsiasi ideologia scientista che, troppo spesso, ha generato forme più o meno elitarie di tecnocrazia. Lo scientismo finisce per soffocare quello spirito critico che costituisce la leva migliore dell’impresa scientifica... E la fallibilità della scienza, lungi dall’essere una sua debolezza, ne è un pregio in quanto ci permette di costruire un sapere che è continuamente rivedibile e modificabile” (pag. 57).
Giorello: “Forse, varrebbe la pena di cercare di liberare Dio dai ceppi cui lo hanno costretto le varie istituzioni religiose (le cosiddette burocrazie dello spirito)” (pag. 58).
Veronesi: Cita Montanelli: “Non capisco come sia legittimo decidere della propria vita, ma non decidere della propria morte” (pag. 71).
I due autori, non credenti, evidenziano una carica etica estremamente costruttiva.
Veronesi: “Natura, quante sciocchezze si dicono in tuo nome!” (pag. 35).
Giorello: “Qualcuno ha insinuato che Dio dormiva quando c’è stato Auschwitz... Dovremmo chiederci piuttosto dove erano gli esseri umani ai tempi di Auschwitz. Che ne era del loro senso di responsabilità?” (pag. 46).
Giorello: “Mi sono sempre battuto contro qualsiasi ideologia scientista che, troppo spesso, ha generato forme più o meno elitarie di tecnocrazia. Lo scientismo finisce per soffocare quello spirito critico che costituisce la leva migliore dell’impresa scientifica... E la fallibilità della scienza, lungi dall’essere una sua debolezza, ne è un pregio in quanto ci permette di costruire un sapere che è continuamente rivedibile e modificabile” (pag. 57).
Giorello: “Forse, varrebbe la pena di cercare di liberare Dio dai ceppi cui lo hanno costretto le varie istituzioni religiose (le cosiddette burocrazie dello spirito)” (pag. 58).
Veronesi: Cita Montanelli: “Non capisco come sia legittimo decidere della propria vita, ma non decidere della propria morte” (pag. 71).
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